lunedì 8 marzo 2010

BERTOLASO E RATZINGER SI BENEDICONO A VICENDA

L'udienza in Vaticano che il papa ha concesso a Bertolaso e ai rappresentanti ufficiali della Protezione Civile si è risolta in un teatrino di reciproca celebrazione. Davanti al papa, che ha caricato Bertolaso di elogi e di benedizioni, il capo della Protezione Civile ha tessuto l'elogio del volontariato come "amore gratuito, frutto di tradizioni di solidarietà antiche, cattoliche e laiche". Gli affari e le truffe della "cricca" restano lontane da San Pietro dove tutto diventa aureolato, angelico, benedetto. Un vero "furto della memoria", come ricorda L'Unità di domenica 7 marzo in queste righe:

 

«Il Papa ripercorre gli ultimi dieci anni di attività della protezione civile impegnate a fronteggiare emergenze nazionali e internazionali. Da quelli a favore dei terremotati a san Giuliano di Puglia all'Abruzzo. Ripete quanto detto a l'Aquila: «Grazie di ciò che avete fatto e soprattutto dell'amore con cui l'avete fatto». Ricorda l'impegno assolto per la Giornata mondiale della gioventù del 2000 e per i funerali di Giovanni Paolo II. Definisce i volontari come una delle «espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà del popolo italiano». Se apprezza che in Italia ci sia una legge che regola il servizio della protezione civile, chiarisce: «L'amore del prossimo non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo». Sarà sempre necessario affiancargli «l'impegno personale e volontario». Ratzinger benedice. Al termine dell'udienza indossa il giaccone azzurro dei volontari. Il «Bertolaso Day» è celebrato. Vi è però anche l'altra faccia della realtà «Protezione civile», quella degli affari consumati all'ombra dell'emergenza, in deroga ai controlli. Quella su cui la magistratura indaga e che si vorrebbe coprire».