martedì 30 marzo 2010

PREPARARSI ALLA PASQUA

La Scrittura, l'innario e il silenzio

 

L'invito, dunque, è a prepararsi alla Pasqua declinando la fede come sapienza del leggere, creatività del celebrare e scelta di rientrare in se stessi. Gli strumenti necessari non hanno nulla eccezionale: hanno il sapore quotidiano del pane  e del vino. Sono gli ingredienti-base della vita cristiana di sempre, sottratti però al logorio dell'abitudine. Si tratta di prendere in mano la Scrittura cercando di farla parlare. Ovvero: leggendola con calma, senza fretta, utilizzando tutta l'intelligenza e la perspicacia di cui siamo capaci. Per chi ha perso la pratica di una lettura quotidiana della Bibbia, i giorni che precedono la Pasqua potranno essere un tempo favorevole per riprovare a sottrarre la fede all'inerzia, per tornare a essere lettori curiosi e interessati a capire.

E insieme alle Scritture, sarà bene prendere in mano l'innario. Non tanto per fare prove di canto, quanto piuttosto per compiere esercizi di intelligenza poetica. La densità dei testi degli inni, come quella dei gesti liturgici,ci aiuterà ad aprire "gli occhi del cuore" (Ef 1,18), a riapprendere l'alfabeto dello stupore  e della gratitudine.

Il tutto, però, in un contesto di silenzio. Bisogna scegliere di pregare, di sottrarre al sonno il proprio tempo per dedicarlo alla veglia, al dialogo con Dio. La Pasqua va preparata nel cuore in ascolto. (Lidia Maggi, pastora battista)