Dicembre 2009/Febbraio- Marzo 2010
Seconda lettera a Gesù
Caro Gesù,
Ė passato più di un anno dalla mia prima lettera e devo confessarti che, seguendo quanto ci offre la cronaca degli uomini, e spesso anche delle Chiese, ho visto vacillare la mia fiducia nei tuoi confronti. Poi, riflettendo ho dovuto ricredermi, infatti, i tuoi tempi non sono i nostri, la tua logica (per fortuna) non è la nostra e, se tu permetti che si verifichino certe cose, lo fai per far capire a quei testoni che siamo noi uomini, quanto in realtà siamo limitati, anche se occupiamo le più alte cariche di governo, politici sulla cresta dell’onda, ricchi industriali, potenti uomini delle finanze, massimi esponenti della gerarchia ecclesiastica ecc.
In effetti, hai costretto con quanto sta avvenendo, i rappresentanti delle varie Chiese che si credevano essere tranquilli, poiché da secoli l’Europa è cristianizzata, a rendersi conto (speriamo) che non è per nulla vero.
Limitandoci all’Italia, hai già fatto sentire, se non il panico, almeno la preoccupazione ai vescovi che si vedono ridurre ogni anno quell’iniquo strumento dell’8 per mille e, da qualche anno a questa parte, anche la partecipazione all’ora di religione nelle scuole, che andrebbe molto meglio sostituita con un’ora di studio comparato delle religioni, cosi da allargare la mente dei giovani a, semmai, permettere loro di apprezzare meglio la religione nella quale sono stati cresciuti.
Nei mesi scorsi, due miei vecchi amici, Sergio ed Eugenio, sapendo della mia lontananza in un Paese del terzo mondo, mi hanno inviato alcuni articoli apparsi sulla stampa europea, altri li ho trovati direttamente tramite internet.
Uno di questi riportava ampi stralci di una lezione tenuta dal prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ai docenti e agli studenti dell’University of Notre Dame nell’Indiana (Stati Uniti); si tratta di un’esposizione per denunciare la crisi religiosa e morale del continente europeo evidenziata dalla mancanza nella sua Costituzione d’ogni riferimento a Dio e alle radici cristiane della sua civiltà. Altri articoli si riferivano alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla questione del crocifisso esposto in aule scolastiche o luoghi pubblici con il corollario di vari interventi, il più delle volte strumentali, di critica o d’approvazione. Seguono poi le varie notizie degli exploit d’esponenti della destra europea come nella Confederazione Elvetica (referendum sulle moschee), o dei sindaci della Lega in Italia; a Varallo sesia con l’interdizione del velo alle donne mussulmane, del "White Christmas" nel comune di Coccaglio alle incongruenze costituzionali del sindaco di Verona su crocifisso e Papa, di quell’altro comune dove si vieta l’accesso all’asilo ai bambini non cristiani, ed ultimamente la vittoria degli xenofobi olandesi alle elezioni locali.
Io continuo a confessare di non essere un teologo, ma Tu, che ne sai certamente più di me, dovresti aiutarmi a capire; ti sembrano proprio conformi al tuo insegnamento i comportamenti di cui sopra? Com’è possibile sostenere l’evidenza delle radici cristiane del continente europeo, scandalizzarsi perché non viene recepita nella costituzione e non, piuttosto, programmare con urgenza una nuova opera di evangelizzazione in questa stessa Europa, dove si bestemmia Dio prendendosela, con alcuni suo figli, solo perché sono mussulmani. Dove si vieta alle donne mussulmane di portare il velo, dimenticandosi che le nostre nonne facevano altrettanto; al sindaco di Varalo Sesia, non hanno mai mostrato delle foto dei nostri villaggi di 60-70 anni fa? Sai a cosa sono più propenso a pensare, che questi atteggiamenti (mi riferisco al prefetto della Congregazione vaticana) siano piuttosto dettati da una certa pigrizia che forse nasconde insicurezza, in altre parole una fede più di “ruolo, d’abitudine” che di convinzione. Una fede che ha bisogno di essere ricordata in una Costituzione, od appesa ad un muro con il simbolo del crocefisso per essere professata.
Posso concepire che queste tesi siano sostenute da alcuni politici, per lo più un poco grossolani, come possono essere quelli della Lega, o interessati come Berlusconi e soci, ma è alquanto scoraggiante che siano degli illustri rappresentanti del Vaticano, anche se a dar loro l’esempio ci si mettono anche figure di primo piano come i Cardinali di Curia sempre pronti a cedere indulgenze e silenzi in cambio di favori economici o collaborazione del braccio secolare nell’imporre una morale che convenga alla chiesa, ma quella che non merita la “C” maiuscola, perché non è più il tuo “corpo mistico”, ma è come hai avuto occasione di osservarlo durante la tua vita terrena: una spelonca di ladri. Anzi, ultimamente si rivela essere anche un ricettacolo di pedofili e, “dulcis in fundo” anche agenzia per omosessuali. È vero che anche pedofili ed omosessuali sono figli di Dio come gli altri e vanno aiutati anziché discriminarli o perseguitarli.
Del resto la storia della Chiesa romana è ricca d’esempi di rappresentanti illustri che avevano queste inclinazioni. Potresti, per il bene della Chiesa stessa, dare una mano ai suoi pastori affinché si liberino, definitivamente, di tante ipocrisie, e come dicesti tu una volta chiamino “pane il pane e vino il vino”. A mio parere, credo si dovrebbe amare l’uomo per quello che è con i suoi pregi e difetti, nella sua piena umanità, e non volersi ostinare a presentare la preferenza ascetica della vita come qualcosa di superiore, mentre deve restare una scelta strettamente personale. Un tale atteggiamento diminuisce il valore, a volte, altrettanto eroico, d’altri modi di vita più comuni alla maggioranza dell’umanità. Conseguenza di questa prassi, è la tentazione della gerarchia, di voler nascondere la realtà di quello che succede all’interno degli istituti religiosi, con il maggior danno di rendere ancora più opaco il tuo messaggio che, secondo loro, vorrebbero testimoniare.
Vedi, caro Gesù, questa Chiesa che pretende di rappresentarti sulla terra è, e continua ad essere, il frutto dell’opera degli uomini; cosa normalissima e logica poiché tu hai voluto l’umanità dotata di libero arbitrio e, questo per evitare che fossero dei burattini guidati a distanza e, di conseguenza, senza alcun merito per le proprie azioni. Allora, per quale motivo si vuole farla passare per qualche cosa di sovrumano, d’infallibile? Nella sua millenaria storia, del resto tu sei stato testimone di tutte le malefatte perpetrate, per cosi dire, in tuo nome. Volendo elencarle c’è solo l’imbarazzo della scelta, tralasciamo le crociate, l’inquisizione e tutti quei figli e figlie di Dio arrostiti sui roghi (che siano queste le radici cristiane dell’Europa che oggi rivivono in referendum ed altri editti dei nostri politici?) e limitiamoci alle più recenti: possiamo ricordare, a questo riguardo, gli intrallazzi dello IOR di Marcinkus con le banche di Sindona, o il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e le cosche mafiose, le somme transitate dallo IOR per finanziare dittature sud Americane e il sindacato polacco, i soldi dell’attuale corruzione politica che stazionano in casse d’istituti missionari e così via.
Mi spiace ritornare al Prefetto della suddetta Congregazione vaticana, il quale, nel suo esposto succitato scrive:
Se non c
Caro signor Prefetto, la sua esposizione, non fa una piega, tuttavia, mi domando; i fedeli, secondo lei, devono essere fedeli perché le leggi c’impongono un certo comportamento morale, o piuttosto perché sono credenti convinti ed anche se vivono in un ambiente ateo e amorale, sanno mantenere saldo quello in cui credono?
A questo proposito mi ritorna alla mente il ragionamento che mi aveva fatto il mio vecchio parroco più di cinquant’anni fa quando, da giovane impegnato nelle opere parrocchiali, sostenevo la tesi che occorreva trovare il modo di trattenere il più possibile i ragazzi all’oratorio, per evitare che facessero delle cattive esperienze all’esterno. Lui, molto paternamente, mi disse: vedi, Gerardo, se non vivono in contatto con il resto del mondo e le sue tentazioni, come potranno rafforzare la loro fede? Solo con l’esperienza degli anni ho capito che ero io ad essere nel torto.
Un'altra volta, un prete di una parrocchia vicina dove mi recavo spesso per degli incontri parrocchiali, e che mi aveva precedentemente additato la responsabile delle ragazze della parrocchia, come un esempio di pietà; solo casa e chiesa, ad una visita successiva, mi dice: ti ricordi quella brava ragazza;
Recentemente in un libro di Tiziano Terzani ho letto questa frase riferita ad una esigua tribù dell’Asia: L
Ciao, a presto
Gerardo