sabato 27 marzo 2010

UN DOCUMENTO IMPORTANTE

       NOI SIAMO CHIESA
                                               COMUNICATO STAMPA


Unisco il documento dell’International Movement We Are Church, di cui “Noi Siamo Chiesa” fa parte, diffuso ieri appena prima del nuovo caso  comparso sul New Jork Times di oggi. Esso denuncia le responsabilità del Vaticano (testo in neretto) in un sistema che, salvo eccezioni, ha pensato a nascondere i fatti e a gestirli internamente, penalizzando gravemente le vittime degli abusi sessuali sui minori.      

Vittorio Bellavite, portavoce di “Noi Siamo Chiesa”

Roma, 25 marzo 2010


Abusi sessuali : la Chiesa dovrebbe occuparsi urgentemente delle proprie strutture piuttosto che ricercare eventuali cause esterne del problema

Su alcuni aspetti della Lettera pastorale del papa Benedetto XVI alla Chiesa cattolica in Irlanda

Sul contenuto della Lettera

“Piuttosto che ricercare le cause di questo grave problema in fattori esterni, la Chiesa dovrebbe urgentemente e seriamente occuparsi delle proprie strutture, senza alcun pregiudizio e senza paura. La sua credibilità è ora messa molto seriamente in discussione” ha detto Raquel Mallavibarrena, Presidente dell’International Movement We Are Church in relazione alla Lettera del Papa alla Chiesa cattolica irlandese, firmata da Benedetto XVI il 19 marzo e resa pubblica il 20.

E’ criticabile che il Papa non voglia considerare le strutture ecclesiastiche responsabili per gli abusi sessuali dei bambini ma piuttosto addebitarne la responsabilità sui “troppi rapidi cambiamenti della società” e sui “ modi di pensarla  ed organizzarla” E’ anche inaccettabile che egli parli di  una falsa lettura del Concilio Vaticano II e dei  suoi programmi di rinnovamento.

Il Papa accusa la società di aspettarsi troppo dai membri del clero sui problemi etici,  si richiama poi al “mistero del presbiterato” come valore di fondo, dichiarando che i preti devono essere considerati come un “tipo speciale” di uomini.

Questo documento papale indirizzato ai vescovi d’Irlanda non riesce a soddisfare i fedeli e tanto meno le molte migliaia di vittime che chiedono le dimissioni dei responsabili e riforme strutturali. Non è poi sufficiente- come fa il Papa nella Lettera- raccomandare i tradizionali esercizi spirituali ma senza fare riforme di fondo.

Le forti parole del papa ai cattolici irlandesi non possono nascondere il fatto che anche il Vaticano è responsabile. La Lettera “De delictis gravioribusfirmata il 18 maggio 1981 dal Card. Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) e da Tarcisio Bertone (segretario dello stesso Uffici) è in materia particolarmente importante perchè non invita i vescovi a deferire i crimini alle autorità civili. Inoltre essa impone il “segreto pontificio” (“secretum pontificium”) su queste questioni.

In questo modo, i vescovi e i nunzi non hanno fatto altro  che seguire le direttive pontificie, anche se ciò non li giustifica per i loro errori nel governo pastorale delle loro Chiese. Tuttavia  il fatto che queste direttive del Vaticano siano state seguite fa in modo che il Vaticano sia complice e responsabile per la copertura  degli abusi sessuali. Quindi in relazione a questi fatti . il Papa dovrebbe chiedere perdono a nome di tutta la Chiesa, creando le condizioni per una nuova ripresa del suo ruolo.

Il possibile percorso verso la richiesta di perdono

A partire dalle migliaia di casi, particolarmente in Irlanda e negli Stati Uniti, si  pone la questione se il numero di 3000 casi in 50 anni, come dichiarato dal rappresentante della CDF il 13 marzo, sia plausibile.  La CDF dà l’impressione di falsare i dati quando parla di soli 300 casi di pedofilia “in senso stretto” ( perché relativi a vittime minori di 14 anni) Gli altri casi sono definiti come di efebofilia. Ma questi casi dovrebbero portare a condanne per pedofilia in senso stretto.

La “linea della tolleranza zero” contenuta  negli ultimi documenti  e in USA e indicata dal Papa non è esplicitamente menzionata nella Lettera. I vescovi della Chiesa cattolica romana dovrebbero essere moralmente obbligati a seguirla.

Il movimento per la riforma della Chiesa considera essenziale un cambiamento nell’insegnamento della Chiesa sui problemi del sesso. Questa revisione deve comprendere la messa in discussione del celibato obbligatorio del clero nella Chiesa latina, come è già stato suggerito anche da vescovi e da cardinali. Anche se non c’è un rapporto diretto tra il celibato obbligatorio e la violenza sessuale, la legge del celibato obbligatorio è espressione visibile della diffidenza dell’uomo di Chiesa maschio nei confronti della sessualità e delle donne. La mancanza di modi di funzionamento  collegiali e democratici è pure un problema di cui occuparsi perché le  strutture diventino credibili e partecipate  da tutto il popolo di Dio. Solo quando questi  problemi  saranno riconosciuti e affrontati, la Chiesa diventerà credibile e potrà andare nella direzione del perdono e della riconciliazione.

In questa Quaresima, la Chiesa  è invitata a pentirsi e a riformarsi in modo che il Regno di Dio annunciato da Gesù di Nazareth diventi più visibile nelle sue strutture.