Il Vescovo e le regole
di Rosario Giuè (*) (pubblicato su Repubblica/Palermo in prima pagina martedì 9/03/2010)
In una società abituata al quieto vivere, in una Sicilia in cui non ci si muove senza prima calcolare «quanto ci guadagno», è degno di apprezzamento il fatto che un vescovo siciliano elevi la voce con chiarezza a difesa della democrazia. In una Chiesa italiana che ormai rischia di essere schiacciata in una logica contrattualistica tesa a parlare forte solo in difesa dei cosiddetti «valori cattolici» con qualunque governo, la presa di posizione del vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero, sul pasticcio delle liste elettorali fa sentire meno soli, specialmente in Sicilia.
Mons. Mogavero, che è anche responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, ai microfoni della Radio Vaticana ha affermato che «cambiare le regole del gioco mentre il gioco è in corso è un atto altamente scorretto» perché «la democrazia è una realtà fragile che ha bisogno di essere sostenuta e accompagnata da norme, da regole, altrimenti non riusciamo più a orientarci». E non deve accadere che la democrazia, ha detto Mogavero, sia diretta «dall'arbitrio di qualcuno» o possa essere «improvvisata ogni giorno». Perché, in questo caso, «mancherebbe la certezza del diritto, dei rapporti e delle prospettive».
Queste cose le sanno i miei studenti delle classi quinte delle scuole secondarie superiori, ove si insegna ancora un po’ di diritto pubblico. Le regole sono a garanzia e a tutela di tutti. Se si esce da quei binari, dai binari delle regole decise prima a garanzia di tutti, per il vescovo di Mazara «si legittima ogni intervento arbitrario con la motivazione che ragioni più o meno intrinseche o pertinenti mettono un gioco un valore, il valore della partecipazione oggi, e domani un altro valore».
Credo che sia la prima volta (almeno da recente) che un vescovo siciliano parli con parole così chiare a difesa della vita democratica. E che per di più lo faccia, non in astratto e genericamente, quando non si “tocca” nessuno, ma all’interno di un contesto e di una situazione precisi. Ciò rappresenta indiscutibilmente un gesto educativo per i giovani più di mille prediche.
La forza di denuncia delle parole di mons. Mogavero sulla forzatura del governo a proposito del decreto-legge “salvaliste” è evidente. E, così, nel giro di qualche ora, il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana si è sentito in dovere di prendere le distanze da quelle parole affermando che «
Una precisazione fuori luogo, dal momento che mons. Mogavero non ha voluto rappresentare gli altri suoi colleghi vescovi né tutta
Mettere sull’avviso che le regole e
(*) Rosario Giuè Laureato in Scienze politiche presso l’Università di Palermo successivamente ha conseguito il dottorato in Teologia presso