> Il momento elettorale è il centro della democrazia: partiti e schieramenti
> manifestano principi, regole, potenzialità e programmi. Su questi chiedono
> (dovrebbero chiedere) il libero consenso.
> Il clima creato da Berlusconi con la denuncia del complotto ci ha detto
> molto sulla cultura con cui abbiamo a che fare e sulla disarticolazione
> della politica, della comunità e della società che non può non
> interessarci,
> non solo per combatterla, ma anche per contrastare come si diffonda tra i
> cittadini al di là della loro adesione elettorale.
> Ma non è su questo che voglio soffermarmi. Intendo guardare a quello che è
> "casa" nostra e più in specifico esprimere alcune considerazioni che mi
> sono
> tovato a fare in questi giorni dalla presentazione delle liste a sostegno
> di
> Mercedes Bresso e dai primi approcci della campagna elettorale.
> 1) Quando ci sono le elezioni scatta il meccanismo del non parlare dei
> nostri problemi interni; ne parleremo ad elezioni finite. Poi
> difficilmente
> se ne parla perchè in caso di vittoria l'euforia toglie "i problemi" e in
> caso di sconfitta è questa a dominare la scena con gli immancabili "lo
> dicevo io..."
> Proprio per questo motivo non mi pare che accennare oggi a questi problemi
> sia irriguardoso nè dannoso. Precisando che pur partendo dall'adesione al
> PD
> non mi riferisco complessivamente solo a questo partito ma alla
> coalizione.
> 2) Le liste che sostengono Bresso sono ben dodici. E' un bel numero. Ma se
> si guarda addentro vediamo che non ci allontaniamo dai venti movimenti o
> partiti: nell'UDC c'è anche l'Api, i Socialisti sono qui uniti, Sinistra
> ecologia libertà raggruppa più di un movimento, lo stesso vale per la
> Federazione della sinistra, Verdi e lista civica si arricchiscono
> reciprocamente, non so se Pensionati ed invalidi abbiano una uguale
> radice.
> Come fare a capire che tutti corrono sullo stesso programma e qual è il
> discrimine che divide?
> 3)Vi è un sistema politico ed un dato legislativo che permette un tale
> spezzettamento, ma è legittimo chiedersi se le istanze programmatiche
> siano
> così sfaccettate da poter intercettare idealismi e sottolineature
> particolari che appunto spingono a formare partiti e movimenti. Credo
> infatti che tutti questi partiti o movimenti si interpretino come
> assertori
> dell'articolo 49 della Costituzione: "tutti i cittadini hanno diritto di
> associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a
> determinare la politica nazionale". Siamo proprio convinti che in tutto
> questo spezzettamento si difenda la Costituzione come andiamo ampiamente
> affermando?
> 4) Coloro che all'interno delle varie liste partecipano, e certamente i
> loro
> promotori, vogliono anche affermarsi. Come è possibile una aggregazione di
> governo così numerosa e frastagliata? I movimenti che non avranno avuto
> affermazione saranno contenti di aver partecipato o la loro partecipazione
> elettorale avrà bisogno di un riconoscimento con qualche logica di governo
> e
> o di sottogoverno?
> 5)Se poi guardo le liste vedo che, stando alle mie conoscenze che
> certamente
> non fotografano appieno la situazione, non sono pochi i candidati delle
> liste stesse che negli ultimi mesi o nelle ultime settimane non hanno
> avuto
> qualche "ribollimento" politico-ideologico per passare da un partito ad un
> altro.
> 6) D'altro canto più che una campagna di partiti sembra una campagna di
> candidati sotto un simbolo: ognuno per se stesso con impegno di risorse
> garantite non da sottoscrizioni nell'ambito del partito ma da ricerche
> personali o di donazioni. La possibilità di creare autentiche lobbies mi
> pare evidente. Protagonismo, personalità, ambizioni, competitività,
> competenze: sono tutti elementi necessari ma nella voluta debolezza dei
> partiti il rafforzamento individuale dei singoli non è detto che porti ad
> un
> rafforzamento della politica.
> Conclusione: so che qualcuno potrà trovare inopportune queste domande
> fatte
> da chi ha visibile adesione e responsabilità politica. Mi è parso di
> poterlo fare in un contesto in cui non è dalla espressione di queste
> considerazioni che può essere messo in discussione un risultato quale la
> vittoria della Bresso che tutti, tra di noi, diamo per scontato e per il
> quale, come detto, stiamo lavorando.
> Come in ogni campagna elettorale, nel rispetto degli altri, occorre
> impegnarsi per vincere ma anche, nello stesso tempo, cercare di vedere che
> cosa coltiviamo con i mezzi che si usano per vincere e forse correggerli.
> In democrazia i mezzi usati condizionano i risultati anche nel loro valore
> ideale: è utile pensarlo e non fermarsi solo a giudicare ciò che fanno gli
> avversari.
> Alberto Barbero
>
>