venerdì 2 aprile 2010

STIGMI

In che tempi viviamo,

nei quali il colore della pelle

è un marchio di bontà,

se è bianca,

o di degrado,

se è scura o nera,

e questo in nome di una civiltà

che si dice cristiana?

 

In che tempi viviamo,

nei quali è un reato

non essere registrati nell'anagrafe

delle nostre città?

Quando nessuno può essere

clandestino

su questo pianeta!

 

In che tempi viviamo,

nei quali le impronte digitali

decidono dell'appartenenza

o non appartenenza

alla comunità civile,

decretando che chi è diverso

non può essere considerato uguale?

 

                                 Ursicin G.G.Derungs

 

(da Servitium, n. 185/set-ott. 2009, dedicato interamente alla "Rinascita degli stigmi")