Cappotto scuro e barba, bianchissima, d'ordinanza, Di Mauro, partito dall'italia neI 1981 e diventato rabbino (ortodosso) a Miami dieci anni più tardi, è la prima guida spirituale degli ebrei di Sicilia dal 1492. Da quando, cioè, la cacciata dei giudei dal Regno d'Aragona li costrinse a lasciare l'isola. Che, da allora, non ha più avuto una comunità ebraica. Non per questo, però , gli ebrei sono spariti. Molti, dopo l'editto aragonese, sono rimasti. E, pur convertiti ufficialmente al cristianesimo, hanno continuato a praticare l'ebraismo di nascosto. Il che spiega le forme di sincretismo sopravvissute, anche al fascismo, tra i discendenti spesso ignari dei conversos.
La località è Cassibile, nei pressi di Siracusa. Per il rabbino Di Mauro non è stato difficile creare una comunità. «In molti, qui, avevano già riconquistato l'ebraismo prima che arrivassi». Un fiume carsico, dice «che io mi sono limitato a indirizzare, organizzando il culto». Il risultato è la prima sinagoga aperta in Sicilia dopo cinquecento anni. E la neonata Federazione degli ebrei del Mediterraneo, che intende dialogare con l'Unione delle comunità ebraiche senza però dipenderne. Il segno più concreto di questa autonomia sarà la richiesta di un'intesa con lo Stato. E, soprattutto, le prime conversioni. Di Mauro ne celebrerà una ventina entro l'anno.
L'autonomia dall'Ucei oltre a buone referenze nel rabbinato di Gerusalemme contraddistingue anche un'altra neocomunità del Sud, quella calabrese. A Serrastretta, quattromila anime in provincia di Catanzaro, Barbara Aiello, prima rabbina d'Italia (dal '98) e leader dell'ebraismo progressivo, ha inaugurato, cinque anni fa, la sinagoga Luce eterna del Sud e celebrato le prime nozze ebraiche. Ed è qui che, sabato, terrà il primo Bat Mitzvah, il rito di passaggio all'età adulta delle donne. Figlia di Antonio, un partigiano di Giustizia e Libertà che collaborò con l'esercito americano per la liberazione di Buchenwald, anche Aiello, cresciuta a Pittsburgh e arrivata in Italia una ventina di anni fa, ha iniziato la sua avventura nel Meridione.
Con Di Mauro e Aiello, il Sud sperimenta sia l'ebraismo ortodosso del primo sia quello progressivo dell'altra, aperto ai gay e alle coppie miste.
Ho tratto queste poche righe da un lungo articolo di Paolo Casicci comparso su Il Venerdì del 4 giugno.
Il Sud Italia si sta arricchendo di molte esperienze religiose diverse e sempre di più emerge l'esigenza di un dialogo ecumenico vero, concreto, alla base. Se penso a ciò che sta avvenendo a livello ecumenico a Siracusa dove don Carlo D'Antoni è "apostolo" infaticabile di ecumenismo e ciò che avviene nella chiesa valdese di Trapani e Marsala rispetto alla benedizione delle coppie omosessuali, c'è davvero da benedire Dio.