Davanti alla “maggioranza in avaria” e in presenza di un governo ormai a singhiozzo, la parola deve passare al Capo dello Stato.
Berlusconi lancia strali ed anatemi, ma evidentemente, al di là dei deliri, resta la sua disperazione. I suoi colonnelli si divorano a vicenda cercando di garantirsi un pezzo di futuro nel caso che il duce sia arrivato al capolinea.
Se il governo non rassegna le dimissioni è per pura irresponsabilità. Il Presidente della Repubblica svolge, come sempre, il suo compito istituzionale con coerenza estrema, con rigorosa osservanza delle leggi, con incredibile lucidità.
In questa seconda parte dell’estate non sarebbe male cominciare a preparare le elezioni politiche di ottobre. Ne avremmo il tempo e non mancherebbero gli argomenti per tentare la svolta. Ovviamente se non ci saranno i soliti che faranno il “partitino” dei puri e dei forti….tanto per far danni a sinistra.
Intanto Rotondi proclama che chi non sta in riga con la cricca è “fuori”.