sabato 24 luglio 2010

LA LETTERA DI SABRINA

Caro Don Barbero,

sento il bisogno di scriverle personalmente. Faccio parte della Comunità di S.PioX, di quella parte che ha denunciato  quanto accaduto non solo a Don Cristian, ma a tutti noi.

Non so a quanto possa essere servito ma se nessuno fa mai niente, se tutti chiniamo la testa e accettiamo passivamente le decisioni non ponderate di altri, non avverrà mai nessun cambiamento. E invece ne servono di cambiamenti, eccome.

Quel giorno , quel bellissimo e commuovente giorno io ero presente. Ricordo perfettamente le sue parole, l'emozione che traspariva dal suo volto e da quello di Maria e Ugo e di Cristiano e Dario. Ricordo che emanavate AMORE. Amore allo stato puro, quell'amore profondo ,pulito, sincero. Quell'amore svincolato da età, sesso, razza, ideologie. L'amore di Gesù Cristo, la sua parola. Perché Gesù  è venuto proprio a ricordarci che Dio è amore, non potere.  Perchè Cristo è vita..è l'eterno e le sue parole non hanno tempo, spazio, confini.....

Ho avuto modo di compiere un cammino con Don Cristian attraverso la catechesi familiare e gli studi biblici e ringrazio Dio di averlo incontrato. Lei si ricorda quell'affermazione forte: "Posso perdere tutto...... ma nessuno mi può portare via la libertà e la fede in Dio".

Io ne ricordo anche un'altra: " La verità deve sempre essere difesa, detta. Alla lunga paga".

La verità è una scelta, la verità è un'impresa. È più facile starsene al sicuro, conformarsi, non sapere, o meglio far finta di non sapere, tacere…..come gli omertosi…vivere nella verità implica tanto, tanto coraggio…….

Ma allora cosa vuol dire CHIESA? Non dovrebbe dire convocazione, assemblea di fedeli. E  CATTOLICA,  non vuol forse dire UNIVERSALE?  Viviamo oggi questa universalità? Viviamo oggi questa convocazione, viviamo in comunione? ...non mi pare... viviamo una Chiesa intesa

come gerarchia, potere. Ogni giorno si  leggono sulle testate dei giornali scandali, implicazioni, del clero in tutto ciò che dovrebbe proprio per la  natura del nostro credo essere aborrito. Stamane la civetta del nostro quotidiano locale riportava questo titolo: " Suora condannata per peculato" …è il denaro che fa da padrone…..ma dov'è finito il messaggio originario del Cristo? Ecco perché oggi tanti e soprattutto quelli più giovani si rivolgono ad altri tipi di spiritualità o peggio ancora si professano atei. Poi ci parli, ti confronti e capisci che la diffidenza non è verso l'insegnamento di Gesù, ma nei confronti della Chiesa intesa come  sistema. È questo che non piace: il sistema. Un conto è la religione ed un conto è la fede. La fede ci impone di domandare, di cercare, di faticare, di cadere, di rialzarsi. La fede ci chiede di andare oltre...come Gesù dobbiamo andare oltre: oltre gli schemi se sono troppo stretti, se sono anacronistici, se sono discriminanti e limitanti. Con Cristo si è aperta una nuova era: l'era dell'Amore.  Solo l'amore rende l'uomo libero dalle chiusure del suo egoismo, da tutte quelle barriere che si costruiscono per l'affermazione di noi stessi, dei nostri istinti.

      Cristo è stato il primo a dire "io sono"  e vuole che ciascuno di noi riesca a dire " io sono":

      sono  col mio pensiero,  ho una coscienza, mi muovo in piena libertà.  Gesù non è il moralista   che ci propinano da secoli…Gesù ti dice " Vuoi guarire? Alzati e cammina"…..ti dice di     camminare non di stare fermo…la staticità, la certezza, il rigore, gli schemi, le dottrine, l'osservanza quasi maniacale sono pesi, catene che impediscono andare verso questo oltre….l'osservanza non cosciente non può portare che al fanatismo, alla più rigida intolleranza nella convinzione di essere i depositari della verità assoluta. E allora il Dio di Gesù , il nostro Dio, un Dio di amore, di gioia, si trasforma nel Dio giudice, inquisitore e vendicativo a cui dobbiamo oblazioni, cieca obbedienza. Ecco perché spesso quando accadono fatti spiacevoli sento dire " Dio dov'era quando mio figlio è morto? Dov'è Dio quando muoiono tutti quei bambini di fame e malattie? Perché Dio mi ha fatto questo? Perché Dio permette tutto questo?" Ma questo non il Dio di cui ci ha parlato Gesù: Dio è Padre-Madre. Può un Padre o una Madre volere il male del proprio figlio? Perché allora nella visione dei più Dio è il responsabile di tutto il male che ci affligge? Perché? Perché è con la paura che si controllano meglio le masse.

Si sente dire " ognuno ha la sua croce". Per me la croce non è sofferenza ma l'impegno nostro di far emergere le forze divine che sono nel nostro essere.......come Cristo dobbiamo diventare creature "in Comunione" e fare come Simone di Cirene  che aiuta Gesù a portare la croce nella salita verso la collina del Golgota.  Gesù e Simone come viaggiatori sulla stessa strada: corpo che sostiene corpo, spalla a spalla, guancia a guancia. Simone accettando di aiutare Gesù si mette dalla sua parte e assume il suo stesso sguardo sul mondo e sull'umanità. L'essenziale è al di là dei salmi, dei digiuni....è una trasformazione continua del nostro cuore che da piccolo si fa aperto, grande, in comunione di amore, di offerta gratuita con gli altri...insieme... Se questo sistema non risponde alle nostre aspettative , si scontra con la nostra coscienza dobbiamo comunque conformarci? Per accogliere Cristo dobbiamo essere nuovi...non aver paura delle diversità, delle nostre debolezze, dei nostri limiti, dei nostri dubbi….già il fatto che ce li poniamo implica una ricerca…....un andare oltre......guardare avanti e non solo indietro e sentire che Cristo passa continuamente...è al nostro fianco, cammina con noi, come nel brano dei due discepoli di Emmaus…....oggi nel presente, domani nel futuro. Cristo diviene così  forza vivificante, aiutandoci a superare le nostre debolezze, le nostre fragilità curandole proprio mentre cammina con noi.  Cristo ha bisogno di persone "forti", capaci di opporsi alle resistenze che si presentano nel lungo cammino della loro vita. Persone che non hanno certezze assolute, che non hanno paura di cambiare opinione, che non hanno paura di smettere di sognare e credere.  "Un'unica FORZA, l'Amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi" Giordano Bruno (1548-1600)  Solo così ognuno di noi con le proprie diversità, con il proprio bagaglio ,  andrà  ad arricchire la comunità, sarà comunità. Ognuno di noi ha bisogno dell'altro….... gli stereotipi, sono come l'acqua stagnante....se non si muove tutto muore.

Ringraziandola per l'attenzione accordatami la abbraccio fortemente, come quel giorno in parrocchia.

                                                                                                                                                       Sabrina Nesti