domenica 4 luglio 2010

UN CONVEGN0 STRAORDINARIO

UN CONVEGNO STRAORDINARIO



Riporto un lungo servizio, curato da Gigi Ferraro su “La Strada” (mensile di riflessione e dibattito del saluzzese) su uno dei convegni storici e teologici più importanti dell’ultimo decennio.

Il lettore e la lettrice non tralascino di leggere per intero queste note riassuntive che documentano un percorso di fede di straordinario spessore evangelico e teologico purtroppo poco conosciuto.

Ringrazio ancora Gigi Ferraro, fondatore della comunità cristiana di base di Saluzzo, per la passione e la competenza con cui ha fatto conoscere in Italia la chiesa unitariana partendo dalla riscoperta dell’illustre saluzzese Giorgio Biandrata.



Per il convegno su Briandrata e Serveto relatori da numerosi paesi esteri

Un omaggio cosmopolita

La Transilvania terra della tolleranza grazie al medico saluzzese

"L'omaggio al Serveto ed al Biandrata" è venuto da un convegno che ha visto la pre­senza di numerosi qualifica­ti relatori (provenienti dalla Spagna, Francia, Svizzera e Transilvania) .

Un momento importante dell'incontro è stato il saluto del vescovo della Chiesa Uni­tariana della Transilvania ai partecipanti, portato dal suo giovane segretario, Ferenc Mikò.

Giorgio Biandrata non è amato in Transilvania, perché per difendere il futuro della Chiesa Unitariana aveva fatto

condannare il vescovo del­la Chicsa Unitariana Ferenc David che nel suo slancio, secondo lui metteva a rischio la sicurezza ed il futuro della stessa Chiesa.
Perciò è stato positivo il contenuto del saluto del ve­scovo Bàlint Benczédi Ferenc indirizzato ai partecipanti alla conferenza. Dopo aver ricor­dato che nel 1568, nella città di Torda «la dieta ha procla­mato per la prima volta nella storia del mondo che nessuno deve essere perseguitato per la religione, per la fede» ha proseguito affermando: «Questo è l'anno della fondazione della Chiesa Unitaria della Transilvania ... La Transilva­nia è la terra della tolleranza e della libertà religiosa».
Il vescovo ha ricordato le parole del David: «Non c'è nulla di più insensato, assur­do, che cercare di forzare la coscienza e lo spirito su cui solo il Creatore ha potere».

Intervenendo il segretario del vescovo Unitariano dopo aver riconosciuto il ruolo svolto dal Biandrata ha affer­mato: «Con la sua saggia in­fluenza il Principato di Tran­silvania divenne un 'isola di libertà religiosa ... Dopo quat­trocento anni possiamo dire che l'esistenza della Chiesa Unitaria in Transilvania è do­vuta al lavoro del Biandrata». E ancora: «Dopo tanti anni siamo in grado di capire la sua preoccupazione.

Con la sua influenza sul governo si fermò l'ulteriore sviluppo della nostra Chie­sa ... Probabilmente se egli non avesse reagito ... alle nuove idee del David, la no­stra chiesa sarebbe scompar­sa dalla tavolozza delle varie religioni» .

                                      g.f









Ferenc Mikò segretario del vescovo ne spiega origini e organizzazione.


MA COS’E’ LA CHIESA UNITARIANA?



Alcune domande a Ferenc Mikò, giovane segretario del vescovo unitariano della Tran­silvania, intervenuto al conve­gno di Saluzzo.



Ma cos'è la Chiesa Unita­riana?

È una Chiesa protestante ri­formata nata negli anni della Riforma in Transilvania dove vivono liberamente diverse religioni grazie all'editto reale proclamato nel 1568.



Voi avete una vostra orga­nizzazione?

La nostra organizzazione parte dal basso per arrivare verso l'alto. Prima di tutto ci sono i fedeli che scelgono i loro ministri e ogni congrega­zione è indipendente. I mini­stri nel corso di una assemblea eleggono i diaconi che a loro volta eleggono il vescovo. Tut­to è però molto democratico: i leaders sono affiancati da dei fratelli laici che hanno lo stes­so potere dei ministri: ogni co­munità è guidata su due piani quello laico e quello religioso che sono accomunati. Noi pensiamo che debbano essere i gruppi a guidare la Chiesa.

È nel Sinodo che le decisioni de­vono essere prese.



Come sono organizzate le co­munità locali: c'è un pastore?

Sì. L'arcivescovo è eletto dai fratelli laici insieme ai dia­coni e ai ministri. Per gli uni­tariani il vescovo non è, come nella Chiesa cattolica, qualcu­no che ha autorità nei confron­ti dei sottoposti, ma è un po' il portavoce nei confronti delle altre Chiese o del governo.



Quanti sono gli Unitariani in Transilvania?

Sono circa 65 mila persone; circa 130 comunità con 125 ministri, sei diaconi ed un ve­scovo.



Avete dei rapporti con le altre Chiese come quella Uni­tariana Ungherese?

Con la Chiesa Ungherese c'è un rapporto molto stret­to perché si tratta di persone emigrate dalla Transilvania.

La confessione è la stessa e in Ungheria sono pochi, circa 5-6 mila. C'è un movimen­to molto forte per unificare le due chiese. Soprattutto con gli ungheresi c'è uno scambio per ciò che riguarda la teologia, perché hanno pochi ministri che sono venuti a formrsi alla nostra scuola teologica. Ab­biamo rapporti non così stretti come con l'Ungheria, con le Chiese Unitariane degli Stati Uniti e dell'Inghilterra. Ogni congregazione Unitariana ha una congregazione gemella ne­gli Stati Uniti e Inghilterra con scambi, lettere, visite. Con le chiese Americane e inglesi lo scambio teologico è un po' più difficoltoso.



Siete una realtà in espan­sione, avete giovani...

Nei villaggi piccoli l'età me­dia è abbastanza alta e la gente pratica di più. Molti giovani hanno abbandonato i piccoli villaggi per andare nelle città grandi dove l'età media è un po' più bassa, ma i giovani non praticano così tanto. Dopo il crollo del regime comunista, dal 1989, molti hanno fatto il praticantato per fare i ministri. A livello di ministri la congre­gazione è abbastanza giovane

e capita che siano più giovani i ministri dei fedeli. Sul tema ab­biamo porto a Roberto Rosso, ministro di culto della Chiesa Unitariana Italiana alcune ulte­riori domande.


Come si svolge la formazio­ne dei ministri?

Dipende dall' episcopato di riferimento. In generale comunque vale la regola del con­senso dal basso. È la congrega­zione che si sceglie il proprio ministro. Tuttavia si tratta di una "scelta qualificata" ossia la congregazione può scegliere a suo piacimento in un novero di candidati approvati dal vesco­vo che abbiano: una laurea in teologia e o la frequenza "con profitto" di appositi seminari di storia-teologia unitariane messi a punto dall'episcopato stesso.

La nostra Chiesa dispone di un seminario in Transilvania.



Quali sono i rapporti con le altre Chiese?

Dal nostro punto di vista sia­mo apertissimi. Il nostro essere parte della grande corrente uni­versalista è la base della nostra apertura.

Noi diciamo che il nostro Maestro, Gesù, abbia indicato una via, che noi abbiamo scelto per ragioni tra le più disparate (storiche, culturali, estetiche, casuali) ma accanto a queste vie siamo consapevoli che ce ne siano altre altrettanto degne, (tradizioni ebraiche, cristiane, musulmane, orientali, quante ne vuoi). Siamo tuttavia con­vinti che eventuali differenze siano solo sul lato più imme­diato e superficiale, siamo certi che a mano a mano che si pro­ceda nel cammino delle rispet­tive vie, vi sia una sostanziale convergenza verso una comu­ne origine.

In questo, va detto, troviamo più disponibilità al dialogo da parte di tradizioni più dissimili alla nostra. Tra i trinitari cristia­ni incontriamo più diffidenza e meno apertura all' idea di inde­bolire la loro cristologia.



Cosa è per voi Gesù, cosa rappresenta?

Gesù è il nostro Maestro. Un uomo come noi, in tutto e per tutto, che tuttavia ha compiu­to e completato il cammino. Di questo suo cammino ha voluto rendere testimonianza nell'Evangelo, affinché questo possa essere un testo di forma­zione per discepoli sullo stesso cammino.

Riconosciamo a Gesù il ca­risma dell'unzione che ritro­viamo tra le righe di Matteo 26:6-13 come pratica comune nell' ebraismo a sancire una particolare dignità spirituale del Rabbi (Maestro) in questio­ne. Per questo motivo, e solo per questo, possiamo dirci cri­stiani (formalmente solo dopo l'atto della cresima).



Come avviene il finanzia­mento dell'attività dei mini­stri?

Secondo l'episcopato transil­vano 1/3 viene conferito dallo Stato, attraverso un percorso analogo all'8 per mille (non so però quale sia la percentuale esatta); 1/3 viene conferito dal­la congregazione; 1/3 il mini­stro deve cercare di finanziarsi da solo. Siccome è formalmente proibito mischiare questioni di denaro con questioni religiose, ogni congregazione costituisce parallelamente una specie di piccola associazione di fedeli che si occupa di trovare fondi nelle maniere più disparate .

Il più delle volte sono gli stessi confratelli della congregazione che offrono al ministro piccoli lavoretti in modo da lasciargli abbastanza tempo libero per gestire la di­mensione cultuale della con­gregazione .

                                           g.f.





Nell'incontro di Saluzzo si è discusso del dopo Riforma

Biandrata e la libertà di coscienza

Gli anni della Riforma pro­testante furono importanti per l'Europa perché aprirono nuo­vi orizzonti culturali, religiosi e nuovi spazi di libertà. Passato però il momento iniziale nelle diverse realtà ci fu una cristallizzazione delle idee: si era lu­terani in Germania, Calvinisti a Ginevra.

Dunque ortodossie che an­davano un po' strette soprattut­to a quanti avevano iniziato a mettere in discussione le anti­che certezze ed a usare un po' di spirito critico. La Ginevra di Ca1vino era molto ospitale con quanti venivano dall'Ita­lia e trovavano in quella città rifugio e difesa. Numerosi ri­fugiati in quegli anni giunge­vano proprio dal Marchesato di Saluzzo. A capo della comu­nità degli italiani c'era Alfonso Biandrata, fratello di Giorgio.

Se Ginevra era protettiva, non tutti però erano compleamente allineati con le idee calviniste e numerosi erano co­loro che, fuggiti dall’Italia, non amavano le nuove certezze.

È in questo quadro sinteticamente delineato che si svolge, fra le altre, la vicenda del saluzzese Giorgio Biandrata, illustre medico e diplomatico che lasciò Ginevra nel 1555 preoccupato di non fare la stes­sa fine di Serveto, lo spagnolo arso vivo nel 1553 perché di idee antitrinitarie. Lo ritrovia­mo negli anni successivi in Po­lonia e Transilvania dove svol­se funzioni importanti e con­tribuì a diffondere le posizioni antitrinitarie e a fare nascere la Chiesa Unitariana nel 1568.

Il suo merito maggiore fu quello di aver contribuito a fare riconoscere in quel paese il diritto di esistere alle quat­tro religioni allora presenti in quella zona: la cattolica, la calvinista, la riformata e l'uni­taria.

Successivamente la vicenda si complicherà per la rottura dei rapporti fra il saluzzese ed il vescovo della Chiesa Unita­riana Ferenc David.

Il convegno di Saluzzo ha di­scusso su questi punti e soprat­tutto sulla libertà di coscienza che ha faticato ad essere rico­nosciuta nei diversi paesi, ma che ha avuto un riconoscimen­to definitivo positivo grazie anche al lavoro delle minoran­ze religiose e fra le altre anche dell'esperienza che si era svi­luppata in Transilvania.