Quando si tratta, nei fatti e non solo nelle dichiarazioni, di decidere se dare uguale accoglienza, spazio e dignità anche liturgica alle coppie omosessuali, allora avvengono quelle che Moni Ovadia definisce "le ridicole prudenze nominalistiche che sono segno di contorsioni idiote e riescono solo a ritardare i processi di civiltà giuridica che sono iscritti nel cammino di una cultura universale del diritto che sta manifestando tutta la sua naturale forza in ogni parte del mondo" (Moni Ovadia, L'Unità del 14 agosto).
E allora si dirà: "accoglienza, benedizione delle coppie, non parliamo di matrimonio" e simili
Sono queste "contorsioni" che evidenziano le radici di una cultura dell'emarginazione discriminazione ben coperte da una montagna di "discorsi aperti e laici".