Le foto della vergogna. Quelle che mostrano soldati israeliani in posa con palestinesi arrestati, umiliati e mostrati come trofei. La denuncia di una ong israeliana. Circolano su Facebook e sono anche fonte di commercio.
I video della vergogna. Le foto che umiliano il “nemico” ma che finiscono per umiliare gli autori. Lo scandalo corre su Facebook. Si propaga nei circuiti mediatici dell'ultradestra. Diviene anche commercio. Uno sporco commercio. Tutto, meno che un caso isolato. Il postare su Facebook foto di militari israeliani accanto a prigionieri palestinesi ammanettati e bendati rappresenta “la norma e non l'eccezione” per le forze armate dello Stato ebraico: a denunciarlo è l’organizzazione umanitaria israeliana Breaking the Silence (Rompiamo il silenzio) , smentendo quanto sostenuto in un comunicato dall'Idf (le Forze armate israeliane).
L'ong - che raccoglie le testimonianze dei militari in merito agli abusi commessi nei Territori - sottolinea come quanto fatto dalla ex soldatessa Eden Abargil non rappresenta “il comportamento crudele di una sola persona”, come sostengono invece le Forze armate. “È diventata la norma per i soldati assumere questo tipo
di stereotipo”.
(Umberto De Giovannelli, L’Unità del 19 agosto)