giovedì 2 settembre 2010

UNA LETTERA FIRMATA

Caro don Franco, mi chiamo Ettore e sono un ragazzo di 23 anni omosessuale
della provincia di Padova.
Fin da piccolo ho sempre saputo della mia
omosessualità cosi come fin da piccolo ho sempre sentito che il Signore mi
chiamava a seguirlo più da vicino nel sacerdozio. Tuttavia ho sempre
considerato le due cose inconciliabili e quindi ho sempre fatto finta di nulla
ignorando ciò che ero e ciò che era la mia vocazione.
Ora però sono stanco,
stanco di scappare da me stesso e dal progetto che il Signore ha pensato per me
da sempre.
Mi piacerebbe tanto poterne parlare liberamente e in piena sincerità
con qualche sacerdote che potesse capirmi, senza mezze bugie ne mezze verità.
Eppure ho paura di espormi perchè non so come reagirà il mio interlocutore. Se
parlassi con la persona sbagliata le porte del seminario mi sarebbero precluse
per sempre.

Io apprezzo molto quello che lei fa per le persone omosessuali,
per la speranza che dona loro, per non abbandonarli in balia di loro stessi.
Non le nascondo, tuttavia, che alcune volte le sue posizioni mi sembrano troppo
estreme. Credo molto, per esempio, nell'importanza del celibato del prete anche
se so che la cosa non è facile, così come sono contrario all'adozione da parte
di coppie omosessuali di bambini. Mentre condivido l'importanza che l'amore di
una coppia stabile di persone dello stesso sesso che si amano profondamente
venga riconosciuta e benedetta dalla Chiesa.
Come vede la mia è una posizione
che sta nel mezzo tra la sua di estrema libertà e quella della gerarchia che è
di estrema chiusura.

Le scrivevo per sapere se potesse indicarmi qualche
sacerdote con cui instaurare un rapporto, anche di sola corrispondenza
elettronica (conosco la difficoltà, soprattutto in questi tempi, di rivelarsi
sacerdote e gay o supportare o comunque seguire giovani gay che vogliono
entrare in seminario), per parlare del mio essere gay e della mia vocazione.
Io
sono di Padova.
Il massimo sarebbe trovare qualcuno delle mie zone per
instaurare un dialogo dapprima telematico giusto per conoscersi e dare modo
all'altro di acquistare fiducia in me e nelle mie serie intenzioni e poi, se
questa fiducia affiora magari continuare il dialogo anche di persona, oppure
continuare via mail.
Se per caso sa di seminaristi o aspiranti tali che
avrebbero piacere di scambiare quattro chiacchiere con giovani nelle loro
condizioni le sarei grato se desse loro il mio indirizzo di posta elettronica o
mi fornisse il loro.
Spero di non essere stato troppo pretenzioso nelle mie
richieste ma ho tanta voglia e bisogno di confrontarmi con persone che vivano
le mie stesse problematiche e sapere come le affrontano e le vivono loro.
Con
simpatia
Ettore