Riporto da Repubblica del 31 dicembre 2010. Questa “persecuzione” non finisce mai. Ecco l’importanza della tutela della legge e il bisogno di una nuova cultura.
“Il ventenne era insieme ad alcune amiche quando i tre ragazzi lo hanno preso di mira perché omosessuale: si sono avvicinati al divanetto dove poco prima era seduto e gli hanno rivolto battute e insulti omofobi. “Gli ho detto che erano dei maleducati e me ne sono andato. Loro mi hanno seguito fuori e aggredito con un bicchiere rotto, continuando a gridarmi frasi orrende. Come ha detto il chirurgo che mi ha medicato, avrebbero potuto uccidermi. Se invece dell’orecchio mi avessero tagliato poco più sotto, alla carotide, a quest’ora sarei morto. Ho molta rabbia per quanto mi è accaduto, ma sono fiero di essere come sono”.
“Siamo molto contenti per l’identificazione e ringraziamo le forze dell’ordine – ha commentato il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo – Quanto è accaduto al ragazzo è comunque una vicenda sconcertante, non si può subire un’aggressione così violenta perché si è omosessuali. Un ragazzo di 22 anni non può essere segnato per tutta la vita nel corpo e non solo, perché tre coetanei lo aggrediscono in questo modo al termine di una serata tra amici”.