giovedì 20 gennaio 2011

RIDERE PER NON PIANGERE


Il promesso sposo.

Per tentare di togliersi d’impaccio il cavaliere confessa o si attribuisce un rapporto serio e continuativo con una donna, che sarebbe la fidanzata, la promessa sposa o la confermata compagna; sta di fatto che tale signora o signorina sarebbe stata presente alle serate amene del cavaliere e spunterà quando dovrà confermare l’assoluta innocenza di quegli incontri , la legittimità dei doni in gioielli e la generosità delle buste con moneta corrente in biglietti da 500 euro, il cui numero sarebbe stato proporzionale alle prestazioni offerte. Ma nulla di illecito; le prestazioni non erano altro che una presenza coreografica, una sorta di tappezzeria vivente, un accompagnamento accordato alla documentata serietà del crapulone ospite di cotanta gioventù pregna di buone intenzioni e di ottime referenze.

Che le accompagnasse Emilio Fede o Lele Mora dimostrerebbe l’assoluta innocenza degli incontri; che le scortasse la polizia di Stato o i carabinieri  non è altro che la conferma di morigeratezza.

Meraviglia solamente l’assenza di un qualche prelato, in verità sempre presenti nelle manifestazioni dove appare il cavaliere, scortato dalla immancabile claque.

Invece di esporsi come “promesso sposo” di una gelosa quanto morigerata fidanzata, che dovrà pur esibire prima o poi, non fosse altro che per confermare l’andazzo serotino degli incontri, avrebbe dovuto convincere un cardinale di turno a dichiararsi presente e garante dell’elevatezza spirituale degli incontri che servivano, in realtà, a presentare la novella aspirante first  lady.

Ancora la novella anima gemella non compare, evidentemente la trattativa per recitare un così impegnativo ruolo vanno per le lunghe,non ci si improvvisa aspiranti first lady senza un adeguato  cumquibus  che ne giustifichi l’esposizione ; la trattativa si sarà fermata quando è arrivata la richiesta della fidanzata, che si può riassumere  in un dictat riveduto e corrotto di manzoniana memoria, degna di un promesso sposo: “Questo matrimonio s’ha da fare”

 

Rosario Amico Roxas