lunedì 10 gennaio 2011

ROSARNO

 A un anno dai tragici fatti della piana calabrese, gli immigrati di Rosarno sono tornati a far sentire la loro voce con una doppia manifestazione nella cittadina che 12 mesi fa fu teatro dei violenti scontri e a Roma, con un sit-in sotto il Ministero delle Politiche Agricole. Da allora molto è cambiato ma non le loro condizioni. I migranti sono stati dispersi (dalla Puglia a Castel Volturno, da Cassibile al’Agro Pontino) ma delle promesse fatte all’indomani della terribile “caccia al negro” che seguì la rivolta dei braccianti non ve ne è traccia. Sono rimasti schiavi, di uno schiavismo che non si può neanche definire “moderno” perché della modernità non ha niente e la catena che una volta era di ferro oggi si chiama ricatto da permesso di soggiorno e da lavoro. (Luciana Cimino)