venerdì 4 febbraio 2011

CHIESA CATTOLICA E OMOFOBIA


                                            AD UN ANNO DI DISTANZA
1) Cancellata la legislazione precedente, il vaticano ha operato sul piano giuridico una svolta che impone alle conferenze episcopali di collaborare con l'autorità giudiziaria. Recenti episodi nell'isola di Malta documentano ritardi e resistenze a muoversi in questa direzione.

2) Restano i danni fisici, psicologici e morali inferti alle vittime degli abusi che nessun risarcimento in denaro potrà rimuovere.

3) Ora, ad un  anno di distanza da quello svelamento di massa, la gerarchia cattolica ha riconosciuto gli abusi e ne ha fatto pubblica confessione, ma non è avvenuta una vera e profonda conversione culturale e strutturale.
Voglio dire che l'istituzione cattolica rimane, nelle sue strutture e nelle sue elaborazioni ufficiali, marcatamente patriarcale, misogina,sessuofobica, omofobica. Dagli anni ormai lontani dei referendum sul divorzio e sull'aborto fino alle recenti vicende del referendum sulla legge 40, al testamento biologico, al celibato obbligatorio dei preti, alle infinite dichiarazioni contro le relazioni omosessuali fino alla pillola Ru486, ai recenti attacchi alla Legge 194, fino alla messa in guardia contro l'educazione sessuale...la gerarchia cattolica si è organizzata come vero e proprio partito politico alleandosi con tutte le forze conservatrici e reazionarie per conservare il suo dominio patriarcale.
Mi sembra evidente che questo "ambiente" è patogeno e non può che ammalare molte persone. Si è creduto di estirpare il male con una operazione chirurgica, ma si tratta di una illusione
O la chiesa gerarchica accoglie con simpatia e discernimento il nuovo contesto della modernità  e della laicità oppure,  rifiutando la "rivoluzione delle donne, degli omosessuali e delle scienze"  si ridurrà, come sta purtroppo avvenendo, a ritocchi di facciata che la stessa base ecclesiale rifiuta.
Mentre, i "sacri palazzi" difendono l'indifendibile, sono sempre più  numerosi anche tra i cattolici coloro che sanno scegliere in coscienza e alla luce del Vangelo,  senza chiedere permesso a nessun gerarca.