da: Repubblica, 14 febbraio 2010
Roma – Difficile definirla una "radical chic". Suor Eugenia Bonetti sorride delle polemiche. Dal palco romano per prima cosa ringrazia («Grazie a tutto il mondo femminile qui presente per chiedere il rispetto per la dignità della donna») e poi dice qualcosa di sé: «Sono una missionaria della Consolata, vissuta in Africa per 24 anni, da11993 impegnata in un centro Caritas di Torino dove ho conosciuto il mondo della notte e dove ho incontrato il volto, le storie, le sofferenze, la disperazione e la schiavitù di tante donne portate in Italia con il miraggio di una vita confortevole per poi trovarsi nelle mani della criminalità organizzata». Ha molto da dire sulla dignità delle donne suor Eugenia, e piazza del Popolo le tributa una vera e propria ovazione. Lei, 72 anni, neppure stanca, lascia il palco e risponde alle interviste e agli apprezzamenti. Cosa pensa del Rubygate, suor Eugenia? «A me il "caso Ruby" non interessa più di tanto, nel senso che se tutti lavorassimo nella stessa direzione perché la dignità delle persone sia davvero al primo posto, allora il resto viene risolto da sé, e ciascuno si prende la propria responsabilità». Ma si aspettava un tale successo di questa manifestazione romana e della mobilitazione delle donne in tutt'Italia? «E stata una bella manifestazione molto partecipata, l'inizio di una presa di coscienza perché le donne continuino nel loro ruolo importantissimo nella società, nella famiglia, nella scuola, nei luoghi di lavoro. La presenza delle donne fa sempre la differenza». Com'è successa tanta dimenticanza della dignità femminile in Italia? «Noi siamo stati troppo risolti nell'esteriorità, nel potere, nei soldi, nella bellezza, e il valore intrinseco delle donne è stato giorno dopo giorno ignorato. Io sono venuta su questo palco per dare voce a chi non ha voce, alle nuove schiave che vengono nel nostro paese per trovare un futuro migliore. E per loro, e per tutte noi, che ho fatto questo appello, perché sia riconosciuta la dignità della donna». I festini di Arcore del premier Berlusconi sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso del l' indignazione, come recita uno degli striscioni in questa piazza? «Non siamo entrate, e non voglio farlo, né nella politica né nella polemica. Non tocca a me fare questa riflessione. Operiamo in questi campi. Da mio punto di c E una prima presa di coscienza pecche le donne continuino nel loro molo importantissimo La loro presenza fa sempre la differenza 99- vista, non ci sono interessi di parte. Ma emergenze, difficoltà e la negazione della loro dignità».c'è l'attenzione per la persona nella sua dignità, nel suo futuro, nella sua vita. È questo centrale e l'ho subito detto quando ho accettato di venire qui». Però si è fatta un'idea – dopo una mobilitazione così massiccia soprattutto perché in tante piazze, voluta dalle donne e che ha prodotto una risposta spontanea – sull'insofferenza che cresce verso questo governo? «Vado al di là di tutto questo: al rispetto della donna soprattutto di quelle che hanno vissuto