mercoledì 30 marzo 2011

COMMENTO A MATTEO 4,1-11



“Se, se, se, se…” Questa particella di due lettere che introduce il condizionale è una fra le più usate in assoluto

“Se, se, se, se…” Questa particella di due lettere che introduce il condizionale è una fra le più usate in assoluto. Se solo avessi la possibilità, se la vita mi avesse offerto, se Dio, se questa società, se gli altri, se la chiesa, se mio figlio, se mia moglie… se il mondo fosse diverso… farei molte cose, amerei, mi impegnerei, sarei diverso…

E’ la parolina che amiamo di più, che meglio esprime il nostro sentire ed il nostro pensiero, che giustifica i nostri comportamenti.

Ma è la parola più usata anche da Satana, così come il condizionale è il tempo verbale del peccato, della caduta. All’inizio della Bibbia e nel cuore dell’Evangelo, Satana usa il “se”. Porre il “se” all’inizio di un discorso, mettere il condizionale quando ci rivolgiamo agli altri, indica la più assoluta mancanza di rispetto. Anche nei confronti di Gesù e di Dio, come in tutti gli ambiti della vita: sociale, ecclesiale, politico, lavorativo, familiare….

Usare il “se” può essere comprensibile nel tempo dell’infanzia, quando si vorrebbe ciò che non si ha. Il “se” è demoniaco anche nei confronti di noi stessi: l’ideale che prevale sempre sul reale, ciò che vorremmo avere ed essere anziché ciò che abbiamo o siamo.

Ecco cos’è il peccato: la mancanza di rispetto per il reale. L’incredulo è colui che ha molte idee, su tutto e su tutti, che sa come gli altri (Dio compreso) dovrebbero essere e su ciò che mi viene detto dagli altri e da Dio.

Dire “se” significa esprimere un ricatto. Si condiziona così il proprio impegno, il proprio amore, la propria disponibilità a ciò che gli altri (Dio compreso) debbono fare e dire. Quando usiamo il “se” non vogliamo essere amati, ma obbediti.

Infine, il “se” è la particella della tentazione, come ci dimostrano i testi letti poco fa. Se Dio vuole che io creda, che io ami… deve dimostrarmi tutta una serie di cose.

La venuta di Gesù segna, per sempre, la fine dell’uso del “se” da parte di Dio. Dio ama al presente, non al condizionale – con buona parte di tutti i moralisti che continuano a presentare l’amore di Dio come una realtà che dobbiamo che ci verrà concessa “se”…

                 Pastore valdese di Pinerolo  Gianni Genre

                      13/03/2011