domenica 10 luglio 2011

LA CASA DEI FUNERALI

 Il funerale nella nostra tradizione, aveva una sua ritualità religiosa ben collaudata. La salma veniva visitata nella propria casa dagli amici, si consolavano i parenti, si offriva un bicchierino. Poi il corteo accompagnava il defunto alla chiesa, con recita di rosari, messa, candele, incenso aspersione dell’acqua santa e benedizioni. Infine accompagnati dal suono delle campane, si andava al cimitero.

La società è cambiata. Si muore all’ospedale, la veglia funebre si fa nello squallido obitorio della clinica. Le campane non si sentono più. Ancora: a Modena il 15% fa riferimento ad altre religioni e in molti non si riconoscono in alcuna fede. I funerali civili negli anni 50 erano una dichiarazione di guerra al parroco. Partivano dalla Casa del Popolo e accompagnati dalla banda e dalle bandiere rosse sfilavano “ostentatamente” per le vie del paese. Quasi a dimostrare la propria libertà di coscienza. “Va al cimitero come un cane” dicevano i bigotti facendosi il segno della croce.

Oggi le diversità sono accettate, ma per chi non fa il funerale religioso, non c’è una “liturgia” e una ritualità civile sostitutiva. Si è cancellato il vecchio ma non è ancora nato il nuovo. Il comune giustamente, offre al cimitero la Sala del Commiato, dove i parenti e gli amici possono soffermarsi prima della tumulazione della salma per il saluto-commiato definitivo.

La “Funeral Home” la Casa dei funerali, costruita a Fossalta, vuole colmare questo spazio vuoto.

Ma la soluzione adottata lascia qualche perplessità. La grandiosità tutta americana della struttura, sa molto di business intorno al morto. Sappiamo tutti quanto siano salati i costi che le imprese pompe funebri praticano alle famiglie già colpite dai lutti; e che proprio una agenzia di onoranze funebri allestisca un luogo del genere ci lascia perplessi.

Noi non siamo a New York.

Altri momenti “laici” hanno acquisito ormai una loro tradizione rituale: la nascita del bambino con presentazione ai parenti e pranzo; il matrimonio civile con musica, discorso del sindaco, interventi dei presenti e rinfresco. Il funerale laico potrebbe essere così: ogni paese e ogni città dovrebbe avere una struttura, gestita dal comune, nella quale accogliere il corteo del funerale, possibilmente non al cimitero. Con un arredamento sobrio e significativo accoglie; con musica e fiori. Davanti alla foto del defunto, una persona preparata fa una breve biografia del morto,  lasciando la possibilità di esprimere ai presenti riflessioni e ricordi. Poi si recita qualche poesia o brano significativo, si fa un canto. Oppure qualche preghiera perché in verità, un luogo così sarà usato anche da chi vuole autogestire un funerale religioso cristiano o di altre religioni.

Senza per questo contraddire alle norme che il vescovo di Modena che proprio in questi giorni ha pubblicato su Nostro tempo in cui si dettano le norme per i funerali religiosi da celebrare nelle “chiese parrocchiali”.

 

Beppe Manni 5 luglio 2011