lunedì 4 luglio 2011

LA SCURE SUI PIU' DEBOLI

Sperare che una manovra economica da 43 miliardi di euro possa essere indolore, è da ingenui. Tuttavia quando si usano le “forbici” è legittimo pensare che esistano delle priorità. La sanità ad esempio non può uscire indenne da una riduzione delle uscite, pertanto introdurre il criterio dei costi standard alla spesa per la salute, allineandoli a quelli delle Regioni virtuose, ha una logica (si dovrebbero risparmiare 6 miliardi in 3 anni). Diverso è invece il “massacro” economico di un mondo, come il Terzo settore, impegnato con le fasce deboli della società. A parte che il centro-destra ha sempre cavalcato il principio della sussidiarietà (e non si capisce come sia possibile applicarlo senza soldi), a parte che anche qui ci sono sacche di inefficienza e di parassitismo, resta da capire come sia possibile lavorare quando i fondi delle politiche sociali vengono decurtati per oltre il 70 per cento: da 2,5 miliardi del 2008 si è sprofondati a 538 milioni per il 2011. Questo significa zero soldi per la non autosufficienza e una manciata di milioni per i disabili. Altro che politiche per la famiglia: il governo pensa alla propria sopravvivenza, non certo a quella dei più deboli.

                 g.pepe@repubblica.it