venerdì 15 luglio 2011

UNA NETTA PRESA DI POSIZIONE

Il 12 luglio la Camera ha approvato gli 8 articoli del ddl sul così detto Testamento Biologico. Il provvedimento come modificato dovrà quindi tornare al Senato per un ulteriore passaggio nel prossimo autunno.

Questo passaggio politico è una sconfitta per la nostra democrazia ed è un passo indietro sul tema centrale della garanzia dei diritti individuali.

Al giudizio totalmente negativo sul ddl aggiungo alcune brevi riflessioni.

Il ddl ha come articolo cardine il n. 3 ''Contenuti e limiti della dichiarazione anticipata di trattamento''; l’art. affronta infatti i temi dell’alimentazione e dell’idratazione assistita definendo i “confini” delle dichiarazioni anticipate di trattamento.

Se è vero che il tema “fine vita” affronta questioni delicate e complesse che vanno dall’eutanasia all’accanimento terapeutico, il ddl come approvato è una risposta pessima sotto tutti i punti di vista. E’ una risposta che “genera rabbia” e mi dispiace molto che alcuni parlamentari del PD abbiano votato differentemente dalla posizione di totale contrarietà come annunciata da Rosy Bindi durante la discussione parlamentare.

Con il ddl approvato ed in particolare a causa dell’art. 3 viene, nella sostanza, negata qualsiasi possibilità di dichiarare anticipatamente la propria volontà.

Si è deciso di legiferare in modo autoritario. Tutto questo è inaccettabile.

Il ddl è inoltre in contrasto con quanto contenuto nell’art. 32 della nostra Costituzione che cita "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" e ancora "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".

Tutta l’Europa va nella direzione di aumentare i diritti personali (e quindi del paziente) e di rafforzare l’alleanza terapeutica medico-paziente; il ddl va esattamente nella direzione opposta.

Personalmente ho sempre pensato che l'autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite e che questo non ha niente a che vedere con l'eutanasia. Nessuno, nè lo Stato nè un medico può disporre della salute di un cittadino; dico questo nella consapevolezza che ci sono però posizioni di mediazione comunque accettabili e sulle quali era possibile trovare un buon accordo.

Se la mia contrarietà è soprattutto politica; i primi commenti letti in questi giorni evidenziano inoltre una forte contrarietà in molti settori medico-scientifici e nell’associazionismo attento e interessato a queste tematiche.

Nelle prossime settimane spero si potrà lavorare per dare un segnale chiaro di contrarietà alle posizioni politiche come contenute nel ddl.

Cordiali saluti,

Luca Barbero