mercoledì 31 agosto 2011

LA PEDOFILIA “COSTA” 13 MILIARDI DI EURO

In tempi di crisi i conti da pagare arrivano per tutti, perfino per la Chiesa cattolica. O almeno in Irlanda, dove è stata travolta tanto dal crollo generale dell'economia – che pare significhi meno entrate attraverso le donazioni dei fedeli – quanto, soprattutto, dalla rovinosa serie di scandali a sfondo pedofilo che hanno visto coinvolti numerosi suoi ministri.

I conti in tasca all'arcidiocesi di Dublino, la più grande e importante del Paese, li fa un documento, filtrato alla stessa stampa cattolica, che doveva essere presentato all'assemblea del clero il prossimo mese. Sono molti i miliardi di euro che mancano all'appello di Diarmuid Martin, arcivescovo della capitale. Nel testo si può leggere infatti senza giri di parole: "Siamo in una posizione precaria in molte parrocchie e in tutta la diocesi, vicina ormai allo stato del collasso finanziario". E si trova anche un'analisi delle cause: "La raccolta (di denaro) è diminuita negli ultimi anni. Fatto non sorprendente, in una fase di caduta dell'economia e con una sempre minore partecipazione alla messa della domenica".

Il bilancio finanziario sembra però gravato soprattutto dalle cause giudiziarie in cui la Chiesa irlandese è coinvolta. Stando ai semplici numeri, relativi allo scorso aprile, si stima che siano in corso 172 processi per atti di molestia e pedofilia contro 44 sacerdoti della sola Dublino. Di questi processi, 117 sono già conclusi e 55 ancora in corso, per un costo totale che grava sul bilancio della Chiesa per 13,5 miliardi di euro. Senza calcolare la diminuzione delle entrate per altre cause, appunto. E come il conto delle spese legali, in futuro, potrebbe crescere ancora. Motivo per cui, fanno sapere fonti vicine al vescovo, bisogna correre ai ripari, se non si vuole rischiare di brutto. Che fare ? Austerità, intanto, con la proposta di razionalizzare le spese superflue, cominciando dai tagli alle posizioni amministrative della diocesi. Ma, a quanto pare, non basta. Tra le proposte in discussione all'assemblea di settembre potrebbe esserci anche quella di una tassa parrocchiale: da sola frutterebbe qualcosa come 3 miliardi di euro in un anno.

La vera domanda è se tassare i fedeli possa essere una scelta opportuna o gradita. In un Paese di antica tradizione cattolica, la Chiesa di Roma è finita sotto pressione, e la vicina bancarotta sembra rappresentare solo l'altro versante del dissesto morale. Recenti inchieste hanno portato alla luce migliaia di casi di abusi sessuali, praticati per anni con la complicità dell'ex arcivescovo John Magee. Il premier irlandese Enda Kenny ha condannato l'atteggiamento non collaborativo del Vaticano. Che, per tutta risposta, ha aperto un'inedita crisi diplomatica con Dublino.

(Andrea Valdambrini, Il fatto quotidiano)