venerdì 4 novembre 2011

DETESTI LA TUA VAGINA? SE È COSÌ NON SEI LA SOLA

 È il titolo sparatissimo di un servizio sul boom della chirurgia ginecologica apparso nei giorni scorsi sul Guardian. Le donne che si fanno operare per avere un organo genitale da design sono sempre di più. Solo negli Usa e nel Regno Unito la domanda cresce del 70 per cento l’anno.

E allo stesso ritmo crescono le polemiche. Perché, nella stragrande maggioranza dei casi, a motivare l’intervento non è la salute, ma il bisogno di esibire un sesso “barbie look”. Non semplicemente ringiovanito, ma stilizzato, formattato. È proprio contro questa riduzione dei corpi a pochi modelli da catalogo che si è costituito un ampio fronte trasversale. Che va dai movimenti femminili alle riviste glamour, fino alle icone dello star system. È il caso della Lega contro la chirurgia plastica fondata dalle superdive Kate Winslet, Emma Thompson e Rachel Weisz.

Il fatto è che siamo giunti a una soglia oltre la quale l’intervento estetico non si limita più a ritoccare la persona rendendola più sicura di sé. Ma a furia di rifarla finisce per cancellarla. Ne fabbrica una nuova. Scomponendo e ricomponendo il corpo in tante parti isolate. Ciascuna estranea al resto. E tutte assoggettate a un imperativo estetico, qualcosa tra il format  il diktat. Non è più un corpo che seduce. Ma, come avrebbe detto il filosofo Michael Foucault, un corpo devastato dalla seduzione.

Marino Niola