giovedì 24 novembre 2011

LA CRISI COME OPPORTUNITA’

Riporto dalla rivista QOL alcune riflessioni sul tempo della crisi.

Tempo di crisi: economica, finanziaria, politica, e così via. Ma negli ultimi anni si sta parlando comunemente, e sempre più di frequente, della crisi della chiesa, nel suo complesso: in genere limitandosi a leggere in chiave sociologica questo concetto, mentre a ben vedere si tratta di una connotazione fortemente teologica. E senza considerare che la condizione di crisi, per i cristiani, dovrebbe essere una situazione – per dir così – normale. In un testo preparatorio alla conferenza de Consiglio missionario internazionale (IMC) di Tambaram del 1938, il missiologo evangelico olandese Hendrick Kraemer proponeva tale idea nei seguenti termini: "Rigorosamente parlando, si dovrebbe dire che la chiesa si trova costantemente in uno stato di crisi e che il suo più grave limite è che ne è consapevole soltanto di tanto in tanto". Cosa che avviene, proseguiva, a motivo della "tensione permanente fra la (sua) natura essenziale e la sua condizione empirica". Perché allora questo elemento di crisi e di tensione lo percepiamo solo di agnato in tanto? Perché – concludeva Kraemer – la chiesa "ha sempre avuto bisogno dell'insuccesso e della sofferenza manifesti per divenire pienamente cosciente della sua vera natura e missione". Se intende essere fedele alla sua vocazione, essa è chiamata dunque a fungere – come il suo Signore, del resto – da "segno di contraddizione" (Lc 2,34).