mercoledì 30 novembre 2011

OPERAI IN VALLE

  Rigore, crescita, equità sono le parole della politica. Produttività e governabilità sono le parole dell’economia. Parole magiche attorno cui si vuole far ruotare tutta la società futura. Ma come sono declinate dagli operai nelle Valli? Dove il lavoro non c’è più. Se ne è discusso all’assemblea di Alp, un sindacato locale. Fare il sindacalista non è facile. Non è facile in una valle in cui le grandi fabbriche stanno chiudendo, e l’alternativa non è tra buon lavoro e cattivo lavoro, ma tra non-lavoro e cattivo lavoro. Non è facile perché l’idea della scomparsa del lavoro (e degli operai) ha fatto molta strada, anche a sinistra. Solitudine, individualismo, stanchezza, guerra tra poveri, assenza di prospettive: sono le parole per definire la condizione operaia oggi nelle Valli. I diritti stanno scomparendo, con la cassa integrazione e la disoccupazione c’è difficoltà concreta di arrivare a fine mese. Senza prospettive non c’è nemmeno la lotta disperata per continuare a esistere, ma acquiescenza e rassegnazione. Senza diritti e senza democrazia: non solo sul lavoro, ma anche nella società. Per tutelare, con rigore ed equità, la vita operaia è da questa stanchezza e solitudine che bisogna (ri)partire.

(Giorgio Gardiol, da L’Eco delle valli)