giovedì 29 dicembre 2011

ISRAELE, PROVO VERGOGNA

È molto allarmato il presidente israeliano Shimon Peres. L´ondata di provvedimenti che la "nuova destra" sta presentando in Parlamento, la fobia maccartista che è cavalcata da diversi schieramenti politici, le misure restrittive nel culto per i musulmani, hanno fatto indignare il premio Nobel per la Pace; l´ultimo "grande vecchio" d´Israele può permettersi di dire ciò che vuole, anche criticare apertamente il pensiero che va per la maggioranza fra il "Likud" del premier Benjamin Netanyahu e "Israel Beitenu", guidato dal ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. I rapporti con il premier Netanyahu non sono mai stati idilliaci, ma nell´ultimo anno – specie dopo i no del premier alla trattativa di pace con l´Anp - si sono deteriorati al punto che i due non si rivolgono la parola da mesi.

Non ha dubbi il "grande vecchio" d´Israele a definire di «vergogna» i sentimenti che prova davanti a tutta una serie di leggi dal sapore liberticida: quella che impone limiti ferrei ai finanziamenti stranieri alle Ong attive per la pace e i diritti umani, quella che minaccia di strangolare i media non allineati con risarcimenti stellari per i presunti casi di diffamazione dei potenti; passando per quella contro il "rumore molesto" dei muezzin che chiamano alla preghiera i fedeli musulmani (Fabio Scuto, Repubblica).

Purtroppo le vane deplorazioni di Peres hanno alle spalle l'appoggio USA al governo razzista di Netanyahu. Gli USA non hanno mai guardato ad altro che ai loro interessi, armano Israele e ne fanno la loro base per il Vicino Oriente.

Tanto Obama quanto Bush: su questo punto non esiste nessuna discontinuità. Purtroppo!