venerdì 27 gennaio 2012

LA FACCIA TOSTA DI CHI OGGI CRITICA IL GOVERNO

 Dopo il suicidio assistito di Lucio Magri, è scomparso un altro grande italiano, Giorgio Bocca, partigiano e giornalista. E che giornalista. Ha raccontato e commentato giorno dopo giorno le vicende intense del “secolo breve”. Ho sempre seguito e quasi sempre condiviso gli articoli di Giorgio Bocca, fino alla fine.

Proseguono le discussioni su Mario Monti e sul suo governo. Molti, tra coloro che lo attaccavano, dimenticano le condizioni in cui ci trovavamo solo un mese fa. Le critiche più inaccettabile e, per certi versi, più incredibili vengono proprio da coloro - la Lega e il Pdl - che hanno portato l’Italia alla bancarotta. E gli argomenti usati, poi.

Rimproverano a questo governo di aver tartassato deboli e pensionati, proprio coloro che col ricatto hanno imposto al governo di non varare la patrimoniale e tassare i grandi patrimoni. Ma se il Parlamento non avesse approvato la manovra Monti, lo spettro della bancarotta si sarebbe avvicinato. Certo, si potevano evitare alcune misure particolarmente gravose e fastidiose. Si potevano mettere limiti più alti per il non adeguamento delle pensioni all’inflazione. E si potevano mettere limiti più alti alla tassazione dei conti correnti. Non c’è dubbio che si debba lottare l’evasione fiscale: ma che evasione può esserci da parte di poveri e pensionati?

Voglio ancora ricordare che alcune iniziative che si accinge a intraprendere Monti erano già state fatte ai tempi di Prodi. Penso alla tracciabilità dei pagamenti di Visco e alle lenzuolate di Bersani. Ma sono state subito rimosse quando a Palazzo Chigi è tornato Berlusconi.

Resta l’arrogante egoismo di alcune caste contro ogni tentativo di liberalizzazione. Intanto lievitano i costi della ricostruzione della martorita città dell’Aquila.

(Margherita Hack, L’Unità, 29-12)