giovedì 12 aprile 2012

VERTIGINI E DUBBI

    Lo stile pacato compostamente borghese di Mario Monti, la declinazione seria e concreta del suo programma politico ha cortocircuitato la televisione politica, ha provocato una sorta di paradossale vertigine in molti di coloro che hanno respirato l’aria berlusconiana ammorbata da volgarità, da bave e da furie verbali, avanspettacolo e sesso pecoreccio.

Non fosse altro che per questo indiscusso merito il nostro Presidente Giorgio Napolitano e il nuovo Primo Ministro meritano la nostra gratitudine. Ovviamente gli esiti della politica che Monti si prepara a varare non possono essere giudicati a priori, tuttavia le perplessità non sono fuori luogo.

Il Parlamento, come ricordava Marco Travaglio in un suo articolo, è lo stesso ed è pieno di Berluscones, di Scilipoti, di inquisiti, sospetti di connivenza con la mafia e corrotti. Le pur “sobrie” esternazioni di qualche ministro del nuovo governo per elogiare la “riforma” Gelmini sono inquietanti e fuori luogo.

Gelmini è sinonimo di devastazione della Scuola Pubblica e gli studenti che manifestano contro quella macelleria hanno ragioni da vendere. Gli entusiasmi per il nucleare, opzione liquidata a schiacciante maggioranza dagli elettori sono perlomeno sospetti.

Ma soprattutto questo governo molto difficilmente potrà affrontare il nodo che è stato all’origine dell’anomalia italiana: l’abnorme conflitto di interessi che permane e che non risiede solo nel fatto che un leader politico detenga uno smisurato potere mediatico e sia l’uomo più ricco del paese, ma già nella gravissima patologia di un solo uomo, anche se non impegnato in politica, che detiene tanto sconcio potere.

(Moni Ovadia)