venerdì 25 maggio 2012

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA

Un gran bisogno di quel vento
1 Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2 Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. 3 Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; 4 ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.
5 Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. 6 Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. 7 Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? 8 E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? 9 Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, 10 della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, 11 Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». 12 Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». 13 Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto». (Atti 2,1-13)

Leggendo queste righe forse ci è ritornato alla mente il quadro di catechistica memoria: i discepoli e le discepole con Maria, madre di Gesù, sono riuniti per sostenersi, per riaccendere la fiducia e la decisione di riprendere il cammino. Ma si tratta di un dipinto teologico che ritrae il ricostituirsi del "gruppo di Gesù". La forza che riapre le porte della casa e mette parole nuove e coraggiose sulla bocca di questo gruppo incerto e smarrito, titubante e chiuso in se stesso, è lo Spirito Santo. Solo per una aberrante interpretazione e per un evidente fraintendimento si cominciò dal quarto secolo a pensare che lo Spirito Santo fosse la terza persona della Trinità. Spirito Santo non è un realtà separata da Dio, una Sua emanazione, ma è Dio stesso come soffio vitale che attraversa la storia e come alito di vita e di amore che sospinge i nostri cuori. All'origine, nella pagina mitica della creazione, incontriamo già Dio all'opera: "lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque".

Immagini di vita

Suono, fuoco, vento: ecco le immagini espressive di questo Dio che si fa vicino, soffia, ispira, sconvolge, sospinge, sovverte... In questo tempo in cui la chiesa ufficiale sembra sbarrare ogni porta e chiudere ogni finestra, penso che queste immagini di Dio come vento impetuoso siano molto eloquenti. La chiesa gerarchica ha terrore di questo "Dio ventoso".
Abbiamo un gran bisogno di questo vento che sconvolga l'attuale dormitorio ecclesiastico e riapra porte e finestre. Abbiamo bisogno di questo vento che spazzi via un po' di madonne, di devozioni, di superstizioni. Infatti quando il tempio si riempie di paludamenti sacri, di santi e di madonne, la fede si spegne nel chiuso degli incensi e di ritualismi fuori dalla storia. Quando crescono le madonne diminuisce la lettura biblica. La Pentecoste ci parla di una comunità rimessa in movimento dal vento di Dio e non messa in riga da un potere privo di legittimazione evangelica.

Chiusure personali

Ma qualche chiusura è imputabile anche a ciascuno/a di noi. Se l'istituzione ecclesiastica ha le sue responsabilità, ognuno/a di noi è invitato ad assumere le proprie per non farsi un alibi delle colpe strutturali della propria chiesa. C'è bisogno di gente che esca allo scoperto e metta un po' di voci discordanti nella casa, che tiri giù qualche santino e ci metta al posto un bel gruppo biblico.

La fiamma

I discepoli, vincendo la paura, escono allo scoperto. Non hanno strumenti per ingaggiare una battaglia o bacchette magiche per cambiare il mondo. Nel loro cuore si è riaccesa la fiamma e sulle loro bocche è rifiorito il linguaggio profetico dell'amore e della conversione. Il loro annuncio suscita reazioni diverse, dalla meraviglia al disprezzo, come ci documentano i versetti 12 e 13, ma in nessun modo lascia indifferenti. Oggi, invece, la predicazione cristiana è stanca, ripetitiva, monotona. Spesso, di anno in anno, sapresti anticipare la "predica" del parroco. La noia e l'insignificanza regnano sovrane. Siamo mille miglia lontani da quel vento impetuoso, da quelle voci plurali che annunciavano l'opera di Dio. In questi giorni ho partecipato al funerale di un mio parente: una "cascata" di avemaria e una montagna di luoghi comuni conditi di una un apprezzabile senso di umanità.
Mi piace pensare a Dio e "vederlo" in azione come indomabile disturbatore delle nostre malsane tranquillità, come vento caldo che mi sospinge nella vita e mi accompagna con il Suo tepore, che mi infonde vigore là dove il cammino incontra asperità e notti buie... La Bibbia è piena di queste immagini "parlanti" che alludono a Dio facendocelo assaporare e gustare come amico della nostra umana peregrinazione e scoprire nella storia dei secoli e dei millenni, in tutte le religioni e nelle più varie culture.


O Dio,
voglio accogliere il Tuo calore,
voglio non disperdere il Tuo soffio
che mi sospinge ad inoltrarmi
nei sentieri del quotidiano.
Ti sento e Ti odoro come
il respiro dell'universo la luce delle stelle,
il fuoco che non si spegne mai.

Le case dei nostri dogmi o dei nostri egoismi
possono essere riaperte dalla forza che viene da Te.
In questa società prigioniera del mercato
e del denaro, aiutaci a cercare e trovare strade nuove
con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.