domenica 29 luglio 2012

DIO IN TASCA E GESU’ NEL TASCHINO

Sul far del mezzogiorno di venerdì 28 luglio ho ascoltato una trasmissione su RAI3 sui “matrimoni gay”. A parte Giovanardi, che non riesce mai a capire l’argomento su cui viene interpellato, gli altri intervistati erano decorosi. Indignato come una leonessa ferita, è intervenuto un certo don Mario, uscito di bel fresco dagli anni più oscuri del preumanesimo.
Ma non mi ha tanto colpito la sua ignoranza di prete senza idee personali e con molte certezze scadute da secoli, quanto la sua sonante affermazione sull’omosessualità “contro natura”, contro Dio, contro il Vangelo. Ha fatto sorridere tutti, come se parlasse da un altro pianeta.
Ma l’ignoranza si perdona e la saccenteria ne è il segnale più evidente. In fondo è anche divertente vedere qualcuno che viene da qualche secolo addietro e pensa di essere “aggiornato”. Se tutto finisse lì in quattro risate, tutto sarebbe abbastanza sollazzevole.
Lascia perplessi ed addolorati un’altra possibilità: e se per molte persone queste “pillole o pallottole” di dogmatismo e di ignoranza costituissero la “voce della chiesa”? Per altri non è addirittura possibile che diventino “vangelo”?
Però, mi telefonò allora un amico, è anche utile che un certo cattolicesimo si esponga a questo ridicolo. E’ una delle maniere che aiuta a distinguere la fede dal fanatismo.
La narrazione dei due gay in sala ha dato una bella testimonianza del loro amore stabile ed ha aiutato a separare il pregiudizio dalla realtà.