martedì 31 luglio 2012

Il ritorno di Berlusconi. Incubo vero e proprio

L'opera buffa tragicomica messa in scena sul palcoscenico Italia, continua a dispetto di tutto. A dispetto della crisi che perdura, si allarga e massacra i ceti deboli, a dispetto della soglia minima di decenza richiesta anche nel governo di un condominio, a dispetto della traballante Europa e persino a dispetto del più elementare buonsenso.
Il principale responsabile del disastro nazionale e dell'universale discredito internazionale di cui ha abbondantemente goduto l'Italia negli ultimi quattro lustri, si ricandida a Presidente del Consiglio. Non è una delle sue barzellette, come a questo punto sarebbe ragionevole aspettarsi, ha davvero deciso di ri-ri-ridiscendere in campo sulle ali di un aquilone in seguito ad una virulenta ricaduta della malattia del predellino. I politici europei sono rimasti letteralmente interdetti:  «Ancora non riesco a credere che, dopo un totale fallimento politico ed economico, qualcuno possa pensare di riproporsi agli elettori», confida Hannes Swoboda, il capogruppo del Pse al Parlamento europeo. «Tutto quello che Monti sta facendo è cercare di porre rimedio ai danni provocati da Berlusconi. La sua ricandidatura non sarà bene accetta in nessuna capitale perché costituisce un danno per l'immagine dell'Europa che appare come una democrazia in cui non si sanno trarre le conseguenze delle esperienze negative». Il capogruppo del Partito socialista europeo signor Swoboda, evidentemente non conosce l'Italia. Nel Belpaese è tutto possibile, la tanto apprezzata serietà del presidente del Consiglio Mario Monti è un'eccentricità, quasi una deviazione dalla norma. In Italia, un sedicente politico come Silvio Berlusconi che in qualsiasi altro Paese civile non avrebbe potuto neppure sedere nel consiglio comunale di un piccolo paese, non solo siede in un Parlamento democratico, ma è stato a lungo presidente del Consiglio e può pretendere di continuare ad esserlo. In primis per curare i propri affari, quindi perché nel partito che ha fondato e modellato come il pongo è impensabile che i suoi cortigiani, beneficiati, sdoganati, gli facciano opposizione - coraggio e dignità sono parole ignote nel vocabolario dei berluscones - e da ultimo perché anche se non dovesse essere eletto - il che non è detto considerato il pauroso tasso di creduloneria fra gli italiani - fare il "premiere" in carica o da candidato è un gran bel mestiere.
Ti permette di tenere per i testicoli la pochissimo credibile politica italiana ricattandola ad ogni piè sospinto per conservare i privilegi e le posizioni dominanti, in particolare quelle detenute nello strategico settore dei media.
Moni Ovadia
(L’Unità del 14 luglio)