L'opera buffa tragicomica messa in scena sul palcoscenico
Italia, continua a dispetto di tutto. A dispetto della crisi che
perdura, si allarga e massacra i ceti deboli, a dispetto della soglia
minima di decenza richiesta anche nel governo di un condominio, a
dispetto della traballante Europa e persino a dispetto del più
elementare buonsenso.
Il principale responsabile del disastro nazionale e dell'universale
discredito internazionale di cui ha abbondantemente goduto l'Italia
negli ultimi quattro lustri, si ricandida a Presidente del Consiglio.
Non è una delle sue barzellette, come a questo punto sarebbe ragionevole
aspettarsi, ha davvero deciso di ri-ri-ridiscendere in campo sulle ali
di un aquilone in seguito ad una virulenta ricaduta della malattia del
predellino. I politici europei sono rimasti letteralmente interdetti:
«Ancora non riesco a credere che, dopo un totale fallimento politico ed
economico, qualcuno possa pensare di riproporsi agli elettori», confida
Hannes Swoboda, il capogruppo del Pse al Parlamento europeo. «Tutto
quello che Monti sta facendo è cercare di porre rimedio ai danni
provocati da Berlusconi. La sua ricandidatura non sarà bene accetta in
nessuna capitale perché costituisce un danno per l'immagine dell'Europa
che appare come una democrazia in cui non si sanno trarre le conseguenze
delle esperienze negative». Il capogruppo del Partito socialista
europeo signor Swoboda, evidentemente non conosce l'Italia. Nel Belpaese
è tutto possibile, la tanto apprezzata serietà del presidente del
Consiglio Mario Monti è un'eccentricità, quasi una deviazione dalla
norma. In Italia, un sedicente politico come Silvio Berlusconi che in
qualsiasi altro Paese civile non avrebbe potuto neppure sedere nel
consiglio comunale di un piccolo paese, non solo siede in un Parlamento
democratico, ma è stato a lungo presidente del Consiglio e può
pretendere di continuare ad esserlo. In primis per curare i propri
affari, quindi perché nel partito che ha fondato e modellato come il
pongo è impensabile che i suoi cortigiani, beneficiati, sdoganati, gli
facciano opposizione - coraggio e dignità sono parole ignote nel
vocabolario dei berluscones - e da ultimo perché anche se non dovesse
essere eletto - il che non è detto considerato il pauroso tasso di
creduloneria fra gli italiani - fare il "premiere" in carica o da
candidato è un gran bel mestiere.
Ti permette di tenere per i testicoli la pochissimo credibile politica
italiana ricattandola ad ogni piè sospinto per conservare i privilegi e
le posizioni dominanti, in particolare quelle detenute nello strategico
settore dei media.
Moni Ovadia
(L’Unità del 14 luglio)