mercoledì 29 agosto 2012

Se gli operatori si fanno tessitori di relazioni

Essere operatori inclusivi significa essere operatori tessitori di relazioni, in grado di promuovere e facilitare scambi e concrete opportunità di esperienze comuni tra le persone che vivono dentro/ attorno ai servizi e le persone che vivono nel contesto a cui il servizio appartiene. Ciò implica il saper rivolgere non solo lo sguardo ma anche la propria azione fuori del servizio, vuol dire promuovere occasioni d'inclusione sociale e di sensibilizzazione attraverso la costruzione di esperienze e contesti dove relazionare, annodando reti informali che coinvolgano in progetti concreti di varia natura semplici cittadini, istituzioni, scuole, gruppi informali, biblioteche, centri per anziani, la cooperazione sociale e i luoghi della relazione, dello svago, della cultura. Significa creare occasioni dove poter star bene insieme. Ne consegue, per i servizi, la necessità d'investimenti culturali, attraverso la formazione, momenti di scambio e confronto, per consentire agli operatori di far propri i valori insiti nel concetto di cittadinanza, di recuperare la dimensione sociale del proprio ruolo, di acquisire o valorizzare quelle competenze che travalicano l'aspetto strettamente tecnico e di diventare anche operatori inclusivi, ristabilendo quei connotati tipici dell'azione sociale che la standardizzazione rischia di soffocare. Gli operatori devono perciò essere accompagnati e formati ad acquisire una professionalità in grado di assumere il rischio insito nel  lavorare per l'inclusione sociale: accettare l'incerto abbandonando il certo, affrontare il difficile anziché il facile, accogliere la sfida al cambiamento al posto della routine rassicurante, perché l'inclusione è precisa nella sua definizione, ma molto meno nella sua realizzazione. E' per questo che occorre abbandonare la sicurezza delle mura del servizio e della relazione duale operatore/utente, per andare nel mondo reale ad abitare i luoghi di vita delle comunità. E' il primo ineludibile passo per incontrare e conoscere i contesti entro cui promuovere inclusione, riannodando le maglie delle reti sociali e valorizzando il potere delle relazioni e del capitale umano e sociale, senza i quali nessuna inclusione è possibile.
Angelo Nuzzo, In Animazione Sociale, marzo 2012
(Appunti 198)