giovedì 27 settembre 2012

“A Taranto boom di morti da tumore”.

TARANTO - Nella città dove i magistrati sequestrano la più grande acciaieria d'Europa e il capo della multinazionale, Bruno Ferrante, avverte: «0 produciamo o chiudiamo», il leader dei Verdi Angelo Bonelli gioca d'anticipo e rivela i dati dell'Istituto superiore della sanità relativi alle morti per tumore all'ombra di una zona industriale assediata dai veleni. Dati che, secondo il ministro della Salute Renato Balduzzi, avrebbero dovuto essere pubblicizzati non prima del 12 ottobre. «Il governo voleva tenerli nascosti» è il commento di Bonelli «fino alla conclusione (il 30 di questo mese, ndr) delle procedure per la revisione dell'Aia all'Ilva». Dati raccapriccianti: tra il 2003 e il 2008 si registrano 2.288 decessi per tumori (più 12 per cento rispetto alla media regionale calcolata dallo stesso Istituto superiore della sanità), aumentano del 306 per cento le morti dovute al mesotelioma pleurico, del 35 per cento quelle dei bimbi che non avevano un anno di vita o che, nel 71 per cento dei casi, addirittura non avevano lasciato il grembo materno. Balduzzi taglia corto: «L'indagine è da completare». Ma il titolare dell'Ambiente Corrado Clini querela Bonelli: «Fornisce informazioni false per intimidire le autorità competenti e spaventare la gente». La replica è immediata: «Clini intende denunciare anche i magistrati che hanno disposto il sequestro di Ilva?». Nel frattempo il segretario generale di Fillea Cgil Luigi Lamusta grida al «puro terrorismo psicologico»: due imprese edili impegnate all'interno del siderurgico «ritirano mezzi e personale (500 lavoratori) dall'area a caldo dello stabilimento». Quella sotto chiave "in nome del popolo italiano".
Lello Parise
(Repubblica, 20 settembre)