domenica 30 settembre 2012

Case di riposo, la lista d’attesa scoppia

In Piemonte diminuiscono gli anziani ricoverati nelle case di riposo, dall'inizio del 2011 al giugno 2012 sono stati 434 in meno. Allo stesso tempo però aumentano le liste di attesa di oltre 1500 unità, Un «paradosso» che è stato denunciato ieri dai consiglieri di opposizione Stefano Lepri Pd e Eleonora Artesio Federazione della sinistra che accusano la giunta di voler risparmiare proprio sull'assistenza agli anziani non autosufficienti.
«I dati - spiega Lepri - sono ufficiali perché sono stati distribuiti in Commissione dallo stesso assessore Paolo Monferino che si è difeso confermando che è sua intenzione potenziare i servizi territoriali, tra cui appunto le residenze per anziani, recuperando risorse dalla razionalizzazione della rete ospedaliera. Peccato che le scelte su dove realizzare risparmi stiano andando in direzione opposta. Infatti la delibera del 6 agosto scorso, che definisce gli obiettivi economico-finanziari delle Asl, mentre conferma la spesa storica ospedaliera del 2011 anche per questo anno, prevede che parte dei risparmi possano essere ottenuti proprio da un taglio de13 per cento dei pagamenti a chi gestisce le case di riposo e, più in generale, da un contenimento delle spese nella cosiddetta "altra assistenza", cioè anche nelle strutture per anziani. Una decisione, questa, che è in contrasto anche con le indicazioni ministeriali e che fa il paio con l'altra che ha ridotto i tempi di permanenza gratuita post ospedalieri degli anziani non autosufficienti nelle stesse residenze. Un altro paradosso».
L'assessorato non replica e si limita a sottolineare che tutte le misure finora prese sono finalizzate proprio a ridurre la permanenza degli anziani in strutture esterne, migliorando l'assistenza a domicilio, unica strada per ridurre davvero le liste di attesa.
Rincara la dose però l'ex assessore Artesio: «II report di Monferino, dovuto, è peraltro incompleto sui tempi di attesa e sulle attivazioni delle cure domiciliari: mediamente ogni tre richieste due sono di assistenza a casa. L'andamento conferma le nostre denunce, quelle di sindacati e associazioni: non solo non si rileva un sistematico incremento che sarebbe logico oltreché necessario in base alle dichiarazioni della giunta sul potenziamento del territorio, ma addirittura diminuiscono le convenzioni, cioè a fronte di spese già sostenute non si sostituiscono i posti liberi». Artesio fornisce i numeri completi: «Dal 31 dicembre 2010 al 30 giugno 2012 la graduatoria per l'inserimento in Rsa è cresciuta da 11.768 a 13.325. Contemporaneamente il numero di anziani in convenzione è passato da 15.582 a 15.148: semplificando si può dire che non vengono neanche rimpiazzati tutti i decessi. Il piano di rientro non giustifica questi dati, perché l'unica voce in crescita nell'accordo col ministero era l'altra assistenza, anziani e disabili. E' chiaro: per pareggiare i bilanci delle Asl i direttori generali sacrificano anche i livelli essenziali di assistenza per le persone non autosufficienti».
Marco Trabucco
(Repubblica, 21 settembre)