(Massimo Marnetto)
Che i senatori e i deputati del Pdl si opponessero all’approvazione di una legge contro la corruzione era ed è, purtroppo, del tutto prevedibile e naturale. Rendere più difficile l’accesso alla carriera politica da parte di quelli che hanno avuto problemi con la giustizia significherebbe (significherà, se la legge verrà davvero approvata) tenere fuori dal nuovo Parlamento tutto un insieme di persone che senza scrupoli di nessun genere si sono difese dalle indagini dei magistrati utilizzando i privilegi collegati al loro incarico ed il sostegno di una stampa padronale pronta, in qualsiasi momento, a difenderli. Attaccando quello che per loro era diventato “il partito dei giudici”. Il modo scandaloso in cui alcuni di loro hanno mantenuto, dal Parlamento e da posizioni di governo, rapporti non chiari con alcune organizzazioni criminali attivamente sostenendo la guerra dichiarata dal loro presidente del consiglio (quello che accuratamente li aveva scelti uno per uno) ad una magistratura che si opponeva ai suoi sogni di onnipotenza ha avuto un ruolo determinante nella diffusione del clima pesante di illegalità che sta travolgendo questo nostro povero Paese. Dopende anche o soprattutto da loro lo screditamento della politica alla base di tanto qualunquismo di oggi. Quello cui si deve reagire subito proprio così: approvando rapidamente una legge seria contro la corruzione.
(Luigi Cancrini, L’Unità 29 agosto)