martedì 4 settembre 2012

La «Campania felix» di Orazio e i roghi della camorra

Su un territorio fra i più fertili del mondo, la «Campania felix» di Orazio i tanti roghi di rifiuti delle province di Napoli e Caserta, hanno causato danni incalcolabili, ma dall'ottobre del 2010 al luglio 2012 è stata arrestata una sola persona per incendi di rifiuti. ANGELO CIARLO

L'uccisione di un uomo colpito al corpo e alla testa sul lungomare di Terracina, in pieno giorno, a breve distanza da una spiaggia affollata, dà la sensazione fisica della presenza di una camorra che si sta allargando da un territorio storicamente più «suo»: dalla Campania al Lazio. La difficoltà dello Stato di fronte alle organizzazioni criminali è sempre più evidente mentre gli anni passano e i fatti denunciati da Saviano con Gomorra continuano a verificarsi e chi lo osserva si chiede perché il tentativo di salvare l'economia italiana dalla recessione e dal disastro non tenga conto di questo problema. Sì può pensare davvero ad una crescita degli investimenti stranieri in Italia se non lo si risolve? Sì può davvero pensare ad una lotta seria contro la disoccupazione se vi sono territori nel nostro Paese in cui lo sfruttamento dei clandestini è così facile? I blitz della finanza a Cortina, a Milano o a Portofino non dovrebbero interessare anche le zone controllate da clan come quello dei casalesi se davvero si vuole colpire l'evasione fiscale? L'idea che l'iniziativa politica di un governo possa essere efficace se non si tiene conto dei danni arrecati all'economia legale dal fiorire di quella illegale sembra a me, e non solo a me, profondamente sbagliata. Anche se i «liberisti» a volte sembrano portati a non pensarci.

Luigi Cancrini
(L'Unità, 25 agosto)