giovedì 29 novembre 2012

La speranza passione dell’impossibile

Per Ellul, non si devono confondere ciò che si spera e la Speranza. La cosa sperata è quando esiste ancora una via d'uscita. E questo è, per l'essere umano, una trappola: «Fino a quando, in una situazione terribile, immagina che esista una via d'uscita, non fa nulla per cambiare la situazione. E'  per questo motivo che, dopo tanti anni, continuo a cercare di chiudere le false vie d'uscita del falso sperare umano. Ciò viene preso per pessimismo. Vivere con ciò che si spera, significa lasciare che le cose peggiorino fino a quando diventano effettivamente senza uscita». ( ... ) La Speranza è altro: «è la passione dell'impossibile. Essa non ha senso, luogo, ragion d'essere se non là dove nulla è effettivamente più possibile ed essa fa appello non all'ultima risorsa dell'umano, o a qualche seconda possibilità, ma alla decisione estrinseca, che può trasformare ogni cosa ... ». Per l'azione umana, la Speranza consiste nel far intervenire un fattore radicalmente differente, fondamentalmente contraddittorio... La Speranza è, dunque, una provocazione, provocazione del cristiano alla Speranza, convocazione di un'altra dìmensione dell'essere umano per provocare Dio: «Quando Dio tace, bisogna forzarlo a tornare, quando Dio sembra morto, bisogna forzarlo ad essere.( ... ) La Speranza non è tiepida fiducia, né timido rinvio al futuro, né sterile cosa sperata: essa è effettivamente la risposta completa, piena, vigorosa di un essere umano completo e solido, in presenza del rifiuto di Dio, del suo silenzio e del suo volgersi altrove».

Lavignotte, S. Jacques Ellul. L'espérance d'abord, Ed. Olivétan 2012, pp. 76 e 77 (trad. E. R.)