Questo particolare caso di oppressione e persecuzione ai danni di chi ha osato prendere posizione contro un paese autoritario ha mobilitato il mondo intero: attivisti, punk, pop star, funzionari governativi, attori, ecologisti, femministe, teologi islamici e cristiani. Tutti pregano per le Pussy Riot. I problemi privati sono diventati una vera e propria questione politica. Il processo alle Pussy Riot sta riunendo forze diverse e opposte. È difficile credere che non sia solo un sogno.
Qualcosa di incredibile sta accadendo nella politica russa moderna: una pressione esigente, incalzante, potente e costante della società sulle autorità del governo. Sono grata a tutti quelli che gridano: «Pussy Riot libere!». Stiamo scrivendo la storia, un fondamentale evento politico, e il sistema messo in piedi da Putin sarà sempre meno capace di controllarci. Qualunque sia il verdetto, abbiamo già vinto perché abbiamo imparato ad arrabbiarci e a farci ascoltare politicamente. Tutti i membri del collettivo Pussy Riot sono entusiasti della nostra capacità di incitare all’azione i concittadini; siamo felici che la nostra passione politica sia riuscita a unire persone di lingue, culture, stili di vita e status politici ed economici differenti. Kant avrebbe detto che il solo motivo per cui avviene questo miracolo è il fondamento morale della condizione umana. Grazie del miracolo.
(16 agosto 2012, Nadežda Tolokonnikova)
(L’Unità 21 novembre)