martedì 27 novembre 2012

Riflessioni dell’economista Latouche

Insomma, lo sviluppo e la crescita non sono né durevoli né sostenibili perché si fondano sulla logica dell'illimitato. La crescita genera una decrescita forzata, cioè lo svuotamento delle risorse naturali non rinnovabili, così come la riduzione dello spazio disponibile. La crescita della popolazione, desiderabile o meno che sia, provoca automaticamente una riduzione del capitale o patrimonio naturale pro capite, che le contabilità nazionali non registrano in quanto si limitano a prendere in considerazione dei prodotti lordi, trascurando bellamente l'ammortamento. Per questo i risultati economici riportati dalle statistiche devono essere seriamente rivisti al ribasso. Negare l'evidenza dei limiti fisici, dimenticare i suoli, il clima, la funzione insostituibile delle api e più in generale della biodiversità: è quello che fanno gli economisti. (...)
In effetti, osserva Castoriadis, «Tutto quello che avviene nella società non avviene per costrizione: le persone vogliono questo modo di consumo, questo tipo di vita, vogliono passare tante ore al giorno davanti alla televisione e giocare con il computer di casa. C'è qualcosa di diverso da una semplice "manipolazione" da parte del sistema e delle industrie che ci guadagnano. C'è un enorme movimento - uno scivolamento - in cui tutto si tiene: le persone si spoliticizzano, si privatizzano, si rifugiano nella loro piccola sfera "privata", e il sistema fornisce loro i mezzi per farlo. E quello che le persone trovano in questa sfera "privata" le allontana ancora di più dalla responsabilità e dalla partecipazione politica». ( ... )
L'etica della decrescita unisce disciplina personale e impegno nel mondo. Il ritiro dal mondo e la sola ricerca della perfezione individuale sono una forma di rifiuto dell'essere, come lo è l'impegno nel mondo senza la preoccupazione per la propria felicità. La militanza fine a se stessa è l'immagine speculare della guerra economica. Entrambe sono un rifiuto dell'essere. In nome del progresso, distruggono la bellezza del mondo per inseguire la loro chimera. La fuga nel futuro, che sia l'avvenire radioso dell'utopia comunista o la redenzione in una trans-umanità, è una negazione del presente e della condizione umana. La decrescita o sarà gioiosa o non sarà.

Serge Latouche, Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita, Bollati Boringhieri 2011, pp. 60; 144; 185.