domenica 25 novembre 2012

TORINO, L’OSPEDALE VALDESE RISCHIA DI CHIUDERE

 

San Salvario è un quartiere vivo, multiculturale e multireligioso, ma soprattutto c'è "il famoso Ospedale evangelico valdese di Torino" – mi disse un amico appena trasferitosi da Milano: "un servizio essenziale per la cittadinanza". Oggi l'ospedale "valdese" per denominazione e tradizione, ma aperto a tutta la cittadinanza, rischia la chiusura o "la riconversione della sua struttura ad altre finalità", e gli abitanti della zona sono davvero preoccupati.

A pagare le spese dei tagli previsti dalla Regione Piemonte non sarà solo il nosocomio di Torino, sono infatti previsti drastici ridimensionamenti per i due presidi ospedalieri di Torre Pellice e Pomaretto (To). Il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini, dopo aver fatto tutto il possibile per salvare la struttura ospedaliera del capoluogo piemontese, non ottenendo risposte adeguate in merito, ha deciso di rivolgere, tramite lettera, il suo accorato appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Solo dopo aver tentato senza successo altre interlocuzioni e interrogazioni, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché riteniamo le situazioni prospettate ingiuste sotto il profilo sociale e inammissibile sotto quello normativo".

La chiusura o la riconversione dei tre Ospedali valdesi del Piemonte tradiscono – rileva Bernardini – lo spirito e la lettera della legge regionale del 2004, in cui si afferma: "Considerato l'alto valore sociale dell'attività svolta [la Regione] garantisce il mantenimento dei livelli di prestazione erogati dai presidi ospedalieri della Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi, e ne promuove, mediante la loro acquisizione, l'integrazione nel sistema delle aziende sanitarie regionali".  L'ospedale di Torino fu edificato nel 1871 a pochi isolati dal Tempio Valdese e dalla Sinagoga ebraica. Nel 1969 ottenne la classificazione di ospedale generale di zona e, pur mantenendo la sua autonomia giuridica fu inserito nella pianificazione ospedaliera territoriale. Nel 1998 la proprietà passo alla Commissione degli istituti Ospitalieri Valdesi insieme agli altri due istituti. Nel 2004 l'ospedale di Torino venne infine ceduto alla Regione Piemonte.

"E' nostra ferma convinzione – prosegue Bernardini rivolgendosi al Presidente Napolitano – che il ridimensionamento drastico dei presidi ospedalieri di Torre Pellice e Pomaretto e la chiusura o la riconversione dell'Ospedale valdese di Torino tradiscano lo spirito e la lettera di una legge, rompendo così un patto che le istituzioni regionali avevano contratto tanto con la Tavola valdese che con i cittadini, ai quali questi Ospedali rendono un apprezzato servizio". Pur nella consapevolezza delle urgenze poste dalla crisi economica in atto, prosegue la missiva: "come credenti e come cittadini non possiamo sottrarci alla nostra vocazione a operare per la giustizia e a metterci al servizio di chi soffre ed ha bisogno di cure e sostegno".

 

La lettera infine esorta il Presidente Napolitano: "Compia gli atti che sono in suo potere affinché le istituzioni regionali mantengano l'impegno preso con una legge e i tre Ospedali valdesi possano così continuare a rendere il loro servizio". La legge infatti riconosceva a questi tre istituti un carattere particolare sia per la loro storia e identità – espressione di oltre 150 anni di impegno socio-sanitario della Chiesa Valdese – sia per la cultura sanitaria che vi si è espressa, sempre attenta alla professionalità medica ma anche alla dignità della persona umana. Per questo motivo gli ospedali, malgrado la cessione alla Regione Piemonte hanno continuato a mantenere la denominazione "valdese". I residenti di San Salvario si stanno mobilitando. Significativa la serrata attuata dai negozianti il 30 ottobre scorso.

(L'Unità 19 novembre, Gian Mario Gillio)