La decisione del sindaco di un paese abruzzese di bloccare l' apertura di un Centro buddista denota una conoscenza assai scarsa dell' evoluzione dei rapporti tra Stato e confessioni religiose. Secondo il sindaco il buddismo sarebbe "estraneo alle nostre tradizioni culturali", ma a parte il fatto che la fede non è un monopolio immutabile che l' art. 8 della Costituzione garantisce il diritto all' espressione di tutte le religioni, il sindaco sembra dimenticare che l' 11 dicembre 2012 è stata definitivamente approvata dal Parlamento l' Intesa, prevista sempre dall' art. 8, tra lo Stato e l' Unione Buddista Italiana. L' Intesa fa di questa fede un credo, per così dire, "ufficiale" e riconosciuto in Italia. E garantisce tra l' altro il riconoscimento dei luoghi e dei Ministri di culto, l' assistenza religiosa negli ospedali e nelle carceri, l' istituzione di scuole e, a talune condizioni, l' inserimento di corsi nella scuola pubblica e il diritto di ricevere dai fedeli, come la Chiesa cattolica, l' 8 x 1000 del gettito fiscale.
Guido Salvini magistrato (Repubblica 17 gennaio)