lunedì 28 gennaio 2013

Lo stato riconosce la fede buddista

La decisione del sindaco di un paese abruzzese di bloccare l' apertura di un Centro buddista denota una conoscenza assai scarsa dell' evoluzione dei rapporti tra Stato e confessioni religiose. Secondo il sindaco il buddismo sarebbe "estraneo alle nostre tradizioni culturali", ma a parte il fatto che la fede non è un monopolio immutabile che l' art. 8 della Costituzione garantisce il diritto all' espressione di tutte le religioni, il sindaco sembra dimenticare che l' 11 dicembre 2012 è stata definitivamente approvata dal Parlamento l' Intesa, prevista sempre dall' art. 8, tra lo Stato e l' Unione Buddista Italiana. L' Intesa fa di questa fede un credo, per così dire, "ufficiale" e riconosciuto in Italia. E garantisce tra l' altro il riconoscimento dei luoghi e dei Ministri di culto, l' assistenza religiosa negli ospedali e nelle carceri, l' istituzione di scuole e, a talune condizioni, l' inserimento di corsi nella scuola pubblica e il diritto di ricevere dai fedeli, come la Chiesa cattolica, l' 8 x 1000 del gettito fiscale.

Guido Salvini magistrato (Repubblica 17 gennaio)