domenica 27 gennaio 2013

Quei cambiamenti sorprendenti del nuovo Monti

La trasformazione di Monti ci ha colti tutti di sorpresa. Prima l'improvvisa crescita delle ambizioni, poi la trasfigurazione in leader di partito, fino alla raggelante richiesta rivolta a Bersani per far «silenziare» i suoi collaboratori. Il sobrio tecnico bocconiano che odorava di dopobarba e parlava a bassa voce, si è trasformato in una inquietante creatura del potere, che dispensa unghiate moderate a tutti.

MASSIMO MARNETTO

Che cosa accade ad un uomo intelligente, stimato da amici e colleghi nel campo in cui opera (sia esso l'Università o l'imprenditoria o l'amministrazione) nel momento in cui si trova improvvisamente esposto, senza sufficiente protezione, al vento impetuoso della ammirazione e/o della piaggeria? Che effetto fa essere circondato da giornalisti perpetuamente affaccendati con i taccuini e con i microfoni e il veder rimbalzare poi dai teleschermi e dalle prime pagine frasi dette magari in un momento di rabbia o di stanchezza. Come si sta quando ci si trova in mezzo a persone che abbassano la testa mentre si fanno indietro per lasciarti passare insieme ai tuoi guardaspalle? Il narcisismo che è stato spesso a lungo il motore di una fiducia ben collocate in sé stessi per tutti gli uomini di successo può lievitare, infatti, in queste situazioni, travolgendo le loro capacità critiche e il loro senso della realtà. Come è accaduto in questi anni in modo caricaturale al povero Silvio. Come sta cominciando ad accadere, oggi, al Monti politico e come potrebbe accadere domani al premier che verrà. Se legherà il suo successo ai propri meriti invece che alla forza del partito di cui è parte. Importante ma non essenziale.

Luigi Cancrini

(L'Unità 7 gennaio)