lunedì 25 febbraio 2013

LA BELLEZZA MOTORE DI FUTURO

Quando Dostoevskij dice che "la bellezza salverà il mondo" non intende tirar fuori dal cilindro della poesia una colomba di purezza. Non chiede soltanto una revisione critica del comportamento individuale ovvero proporre una meditazione personale. Forse lancia una sfida. Chiede di adottare una prospettiva di vita differente, di guardare alla realtà da un altro punto di osservazione. Offre un nuovo paradigma. È una provocazione da accogliere con serietà e rigore. Al punto che la bellezza, fuori dalle secche della semplice ispirazione poetica, può diventare persino progetto politico, programma di cambiamento.

Adottare la bellezza come punto focale delle scelte personali e collettive ci conduce realmente a cambiare stili di vita e a riprogettare le città, gli indirizzi politici e i modelli di convivenza. In questa prospettiva la proposta di Legambiente si presenta come realmente innovativa se non rivoluzionaria. Perché il dibattito politico della campagna elettorale in corso, pur tra le tante novità e i colpi di scena di sigle, alleanze, coalizioni nonché di dibattiti televisivi, uso della rete telematica e prove di partecipazione democratica dal basso, stenta davvero a trovare quel colpo d'ali realmente nuovo che sappia ridare speranza a un Paese che appare irrimediabilmente ripiegato su se stesso e riaprire un futuro nel tunnel della crisi. E se è vero che non esistono formule magiche e che bisogna diffidare dei taumaturghi è vitale riuscire a valorizzare e a porre al centro il bene comune di cui disponiamo e ridare unitarietà di visione a formule in cerca di autore. Legambiente sottopone ai candidati una proposta di legge che ha il sapore di un vero e proprio programma elettorale. Parte da una premessa: «La bellezza, senza dubbio, è la principale caratteristica che il mondo riconosce all'Italia. Per le città, i paesaggi, le opere d'arte, il mede in Italy, la creatività e l'elenco potrebbe continuare a lungo. Oggi puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro. Cultura e bellezza sono, infatti, un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo. Perché intorno al concetto di qualità, nelle sue tante declinazioni culturali e sociali, nell'intreccio inestricabile tra natura e sapiente intervento antropico, si racchiude il meglio della nostra identità e della nostra storia, e al contempo una chiave per immaginare un altro futuro, oltre la crisi. Il secondo obiettivo sta nella necessità di tenere assieme temi e questioni oggi affrontati in modo parcellizzato quando non contraddittorio. Occorre fare della qualità la chiave di ogni trasformazione nel territorio italiano».

Da qui discendono le politiche in grado di rinnovare il Paese rispettando e valorizzando e l'identità e la vocazione: La bellezza patrimonio del Paese; Tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano; Tutela del suolo e contenimento del consumo; Bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione; Rigenerazione urbana; Contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana; Repressione dell'abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree; Dibattito pubblico per l'approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale; Bando di idee per la bellezza; Bellezza dei gesti e senso civico. Una proposta a 360 gradi che ha risvolti economici molto interessanti per la creazione di lavoro e per immaginare un altro volano di crescita che non tradisca (o sfiguri) la carte d'identità dell'Italia.

Tonio Dell'Olio (da Rocca 1 febbraio)