Cerco piuttosto di entrare in solidarietà reale con le persone che incontrerò ben convinto che Dio è arrivato prima e, nel dialogo, la Sua presenza si manifesta.
Proprio per questo mi trova in perfetta sintonia la teologa Karen Ross che, in Concilium 2/2013, riporta la preghiera scritta sulla copertina del fascicolo di una delegazione di teologi e teologhe che stavano entrando in relazione con una comunità di villaggio in El Salvator.
Questa "preghiera dell'inviato", espressa in forma meditativa, recita così:
Il nostro primo compito nell'avvicinarci
a un'altra persona
a un'altra cultura
a un'altra religione
è di toglierci i calzari
perché il luogo
a cui ci stiamo avvicinando
è sacro ...
Sennò potremmo ritrovarci
a camminare
in un altro sogno.
Cosa ancor più grave,
potremmo dimenticare
che Dio era lì
prima del nostro arrivo".
Il problema, semmai, è come esserne consapevoli e come accorgersi della Sua presenza e come saperla accogliere.
Franco Barbero