mercoledì 30 ottobre 2013

Italia Paese omofobo

Tre giorni fa a Roma un altro giovane di 21 anni si suicida perché gay per la sofferenza indotta dal clima generale che si respira in questo Paese. E' bene ricordare che la catena di suicidi gay continua.
Si lancia nel vuoto
Il 7 e l'8 agosto scorso un ragazzo di 14 anni si era lanciato dal tetto del palazzo in cui abitava, a Roma, lasciando una lettera per il padre in cui motivava il gesto legandolo a profondi problemi esistenziali anche di natura sessuale. Nella lettera il ragazzo citava 12 amici ai quali i genitori avrebbero dovuto annunciare la notizia della morte.
Offesa dai compagni
Nel gennaio scorso, a Novara, una ragazzina di 14 anni, si è gettata dalla finestra dell'appartamento dove viveva con i genitori. Subito su twitter centinaia di suoi amici e parenti avevano cominciato a lanciare messaggi pieni di rabbia nei confronti di chi, secondo loro, aveva causato quel tragico gesto: dei bulli, dei ragazzi che negli ultimi tempi l'avrebbero offesa.
Era deriso, si uccide
Amava vestirsi di rosa, metteva lo smalto. Era omosessuale e non lo nascondeva. Nemmeno se aveva 15 anni, nemmeno se a scuola qualcuno lo prendeva in giro. Ma A. S., studente del liceo scientifico Cavour, a pochi metri dal Colosseo, alla lunga non ce l'ha fatta. E il 22 novembre del 2012 è si è ucciso legandosi una sciarpa al collo dentro casa.
«Non sono integrato››
Nell'aprile del 2007 aveva deciso di farla finita lanciandosi nel vuoto, a Torino, Matteo, 16 anni: il ragazzo tempo prima aveva confidato ad un insegnante di essere deriso dai compagni per i voti troppo alti e per i modi gentili ed effeminati. In un biglietto ha lasciato scritto: «Non mi sento integrato, non mi sento accettato, mi sento diverso».