martedì 1 ottobre 2013

Residenza a Roma per l’ex premier “Ai servizi sociali da palazzo Grazioli"

ROMA - La scelta, per un milanese trapiantato in Brianza, è stata dolorosa. Ma spostare la residenza da Arcore a Roma è per Silvio Berlusconi una mossa indispensabile per continuare a fare politica. E per tenere in mano un Pdl in fibrillazione. La richiesta all'anagrafe capitolina risale a luglio. Ora, da pregiudicato residente a Roma, potrà fissare nella capitale la sede in cui scontare la pena. L'orientamento è quello di chiedere - entro il 15 ottobre - l'affidamento ai servizi sociali, al posto degli arresti domiciliari. Deciderà il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano, mentre quello di Roma vigilerà sull'esecuzione della misura.
I legali del Cavaliere studiano attentamente il dossier. Berlusconi potrebbe collaborare per nove mesi nella comunità per il recupero di tossicodipendenti fondata da don Picchi, oppure accettare l'invito di Marco Pannella e scegliere "Non c'è pace senza giustizia". Eleggere via del Plebiscito a residenza, comunque, significa garantirsi un minimo di libertà d'azione. Perché tutta l'attività politica si svolge nella capitale. L'ex premier dovrà però rispettare alcune regole: orari in cui far rientro a casa ed eventuali sortite fuori dal Raccordo anulare dovranno essere autorizzate dal magistrato.
(t.ci)

(Repubblica 26 settembre)