sabato 11 gennaio 2014

CECILE KYENGE

Dall'Unità

 La battaglia contro le nuove forme di schiavitù riguarda tutti. La ricattabilità degli stranieri si ripercuote sugli italiani, perché quando il mercato del lavoro è malato, tutti sono costretti a concorrere facendo sconti sui diritti acquisiti. Inoltre il caporalato e il grave sfruttamento nelle campagne non sono nati con i braccianti stranieri: è una piaga che l'Italia conosce da secoli. Chissà se proprio sulle terre dove ritorna la pratica arcaica e vile del caporalato, potrà nascere una nuova stagione di lotte e conquiste, se è proprio dagli ultimi che potranno tornare a crescere i diritti di tutti e la dignità del lavoro.Il principio da cui dobbiamo partire è: mai più ghetti, mai più schiavitù. Il mio ministero seguirà da vicino quello che accade in questi territori. Ma per raggiungere il risultato c'è bisogno di mettere insieme le forze: il governo, i sindacati, le associazioni, le forze dell'ordine, gli enti locali, il mondo produttivo. Ed anche scuole, parrocchie, la società civile tutta deve aprire gli occhi e guardare cosa succede a pochi passi dalle loro case ed intraprendere un cammino di consapevolezza e responsabilità.