martedì 18 febbraio 2014

Civati sempre più anti-Renzi: «Nuovo gruppo con 12 senatori»

Dopo due mesi di (quasi) silenzio dopo le primarie dell’8 dicembre, Pippo Civati sembra deciso a tornare a far rumore. Il successo di pubblico del suo no al governo Renzi giovedì in direzione (il suo intervento ha ottenuto più visualizzazioni di quello del segretario su Youdem) lo ha spinto ad alzare i toni. E così ieri sul blog è apparso un post dal titolo: «Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra. Recupero una dozzina di senatori. Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi. Nuovo Centro Destra contro Nuovo Centro Sinistra». Segue una lista di temi di sinistra, dalle nozze gay alla legalizzazione delle droghe leggere. «E vediamo come va a finire...». Sembra una provocazione, una delle battute che hanno reso celebre il deputato di Monza. Ma non lo è. E’ un’idea, ancora in embrione. «Non è una battuta, perché sicuramente noi il protagonismo dentro e fuori il Parlamento lo vorremmo. Quando ci saranno le trattative per questo patto per il governo ci va Renzi e Alfano o c’è anche una soggettività del Pd diversa? C'è ancora la sinistra in questo Paese?», ha detto Civati a Genova, durante un tour nel Nord a sostegno dei suoi candidati alle segreterie regionali. E ancora: «E’ tutto il giorno che incontro persone che mi chiedono di uscire dal Pd». «Scissione? Più che altro si stanno scindendo gli elettori», ha aggiunto Civati. «Noi governiamo il Paese con una maggioranza che non rappresenta nemmeno il 50% degli elettori. E’ una cosa enorme. Pensiamo di andare avanti così con un governo non di emergenza ma politico fino alla fine della legislatura? Al congresso del Pd nessuno aveva fatto una proposta di questo tipo».
Civati si schiera a difesa di Letta, definisce «ingeneroso» il trattamento ricevuto dal premier uscente, una «manovra da vecchia politica». E spiega: «Il problema non è cambiare Letta con Renzi. Il problema è fare un governo di legislatura con Alfano. E le ragioni della sinistra devono pesare almeno quanto quelle di Formigoni...». I numeri del Senato fanno riflettere. Con Civati si sono schierati alle primarie 7 senatori. Tra questi Laura Puppato, che in direzione ha votato con la maggioranza. Ne restano sei, tra cui Felice Casson, Walter Tocci e Corradino Mineo. Considerati i margini ristretti della maggioranza, anche una piccola pattuglia di dissidenti potrebbe rendere la vita del nuovo governo complicata. Soprattutto se non arriverà nessun soccorso da Sel e dal MSS. «Con Ncd non siamo d’accordo su quasi nulla», spiega Casson. «E in questi mesi gli scontri in Senato sono stati continui. Se il nuovo governo pensa di appiattirsi sull’asse con Ncd sarà un disastro». «Siamo gente responsabile, non abbiamo nessuna intenzione di fare la guerra al Pd e a Renzi», aggiunge l’ex pm. «Ma daremo battaglia sui contenuti, come abbiamo fatto su F35 e voto di scambio politico mafioso».
Mineo rincara: «Un governo sotto il ricatto di Alfano non conviene neppure a Renzi, forse fa comodo anche a lui che si coaguli un’area di sinistra che consenta al premier di riequilibrare il peso di Ncd. Un’area a cui potrebbero guardare anche i senatori di Sel e alcuni dissidenti del M5S». «Noi non vogliamo rompere o sabotare», aggiunge Mineo. «Ma serve una mossa per evitare una maggioranza fotocopia di quella di Letta, che sarebbe la fine del Pd».
Andrea Carugati

(L’Unità 15 febbraio)